Bonifica del Lavisotto, Appa: «No a informazioni distorte»
Non vanno diffusi allarmi ingiustificati. Nei prossimi giorni conferenza Appa, Apss, Apop e Comune per ulteriori precisazioni
Le strutture tecniche della Provincia non hanno dubbi.
«Parlano chiaro le analisi recentemente trasmesse al Ministero e peraltro rese pubbliche. Queste analisi, contrariamente a quanto espresso da alcune associazioni, non evidenziano alcuna significativa criticità per la qualità dell’aria della zona dei cantieri.»
Secondo gli esperti «Una loro corretta lettura esclude che vi siano, o vi siano state, situazioni o momenti durante i quali i valori di concentrazione di tutti gli inquinanti analizzati abbiano anche solo avvicinato livelli potenzialmente dannosi per la salute dei lavoratori, delle persone residenti nelle vicinanze del cantiere e in generale per l’ambiente.»
Per Appa dunque, tutti i campioni realizzati con cadenza regolare e costante all’interno dell’area di cantiere confermano, ad oggi, come le lavorazioni non comportino emissioni tali da creare alcuna situazione di rischio.
Analoga evidenza è confermata anche da tutte le analisi effettuate da APPA con la stazione di monitoraggio posizionata in via Lavisotto presso i più vicini potenziali recettori residenti.
Ciò evidentemente non significa che le lavorazioni, al pari di qualsiasi altra attività antropica, non comportino alcuna emissione di sostanze in atmosfera, e di questo i dati ne danno chiara e corretta evidenza.
Ma occorre fare molta attenzione a non confondere la percezione dell’odore con i limiti di sicurezza previsti dalla legge.
Nello specifico e in particolare per quanto riguarda il naftalene, le concentrazioni medie di alcune decine di microgrammi/metrocubo puntualmente rilevate e certificate nei report sono, o possono sicuramente essere sintomo e conferma che in certi di momenti vi sia o vi possa essere la chiara percezione olfattiva da parte di chi si trova nelle vicinanze del cantiere.
La soglia olfattiva, ovvero la concentrazione oltre la quale l’olfatto umano percepisce la presenza, per questa sostanza è infatti di circa soli 80 microgrammi/metrocubo.
Parimenti però, il valore di TLW, cioè il riferimento utilizzato per garantire la salute dei lavoratori teoricamente esposti per 8 ore di lavoro consecutive al giorno, per tutta la durata della loro vita lavorativa, è pari a circa 57.000 microgrammi/metrocubo. Le concentrazioni misurate, contenute nei report trasmessi al Ministero e resi pubblici sono quindi di almeno due ordini di grandezza (ovvero un fattore 1.000) inferiori alle soglie di sicurezza per i lavoratori all’interno del cantiere e, a maggior ragione, per chi vive o transita nelle sue vicinanze.
Della possibilità che durante i lavori vi potessero essere dei momenti durante i quali l’odore, in particolare del naftalene, poteva essere percepito anche all’esterno del cantiere, si era peraltro data chiara e pubblica evidenza anche in fase preliminare all’avvio dei lavori, assicurando al contempo che in ogni caso che tale percezione non necessariamente doveva o poteva essere associata a situazione di reale e concreto rischio per la salute.
«Va da sé – concludono i tecnici – che se le analisi che vengono effettuate con la prevista e necessaria puntualità e accuratezza avessero dato evidenza, o la dovessero dare in futuro, di situazioni di potenziale rischio per la salute della popolazione e in generale dell’ambiente, APPA, come da suo compito e dovere, informerebbe tempestivamente le Autorità sanitarie (APSS - Comune) e il Ministero competente, per consentire l’adozione dei necessari provvedimenti volti all’immediata sospensione delle lavorazioni e la contestuale individuazione di misure di contenimento diverse e ulteriori prima di consentirne la ripresa.»
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