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Il sindaco di Trento: Nessun «Grande fratello» in azione

Assicurazione sulle nuove rilevazioni audio video in 5 piazze di Trento: tutti i dati sono anonimizzati in modo automatico

In merito alle notizie infondate e fuorvianti pubblicate online e sulla stampa a proposito dei progetti europei Marvel, Protector e Precrisis è opportuno fare alcune precisazioni:
 
- a Trento non è e non sarà in azione nessun «Grande fratello», come del resto spiegato lunedì scorso durante la conferenza stampa dedicata all’aggiornamento sui progetti.
Per quanto riguarda Marvel, grazie a Fbk sono stati sviluppati algoritmi di intelligenza artificiale in grado di anonimizzare in modo automatico i dati raccolti dai sensori, rendendo le immagini dei volti e le voci delle persone non riconoscibili. L'anonimizzazione avviene in tempo quasi reale, ovvero «alla fonte», non dopo la trasmissione dei dati, il che significa che nessun volto, nessuna voce può essere identificabile.
Infatti, l'obiettivo del progetto non è quello di riconoscere il parlato delle persone, ma di associare situazioni audio a scenari di possibile pericolo. Diversamente da quanto scritto, Marvel poi non prevede alcun tipo di «georeferenziazione attraverso i cellulari» né alcuna cessione di immagini e audio intellegibili a «società che nulla hanno a che vedere con la sicurezza» oppure a soggetti terzi al di fuori del partenariato di progetto e della Commissione europea.
Del resto gli stessi partner tecnologici hanno accesso ai soli dati anonimizzati per addestrare i loro algoritmi di intelligenza artificiale. Il tutto avviene sempre per puri fini di ricerca e secondo quanto previsto dalla legislazione europea di riferimento.
In tutti i tre i progetti – Marvel, Protector e Precrisis - gli aspetti etici non sono meno importanti di quelli tecnologici: com’è naturale e scontato, la sperimentazione infatti avviene nel pieno rispetto della legislazione sulla protezione dei dati personali e degli standard etici.
 
- che il progetto Precrisis sia l’evoluzione di Protector è scritto nel comunicato stampa divulgato lunedì scorso, dunque non è certo un segreto «che il sindaco si è guardato bene dal comunicare».
 
- neppure lontanamente accostabile alla censura è il monitoraggio dei social previsto da Protector. L’analisi dei contenuti dei messaggi d’odio peraltro non riguarda Facebook, come riportato, ma Twitter e YouTube e sfrutta le «Api» (Application Programming Interfaces, ovvero le interfacce di programmazione delle applicazioni) che sono pubbliche, aperte e dunque accessibili a chiunque. Anche in questo caso i dati utente sono anonimizzati alla fonte.
 
- il controllo del traffico con i semafori intelligenti è una pratica diffusa in tutte le città d’Europa che nulla ha a che fare con la violazione della privacy, quanto piuttosto con il rispetto del codice della strada e con la tutela di quel bene pubblico rappresentato dalla sicurezza stradale, a tutela soprattutto degli utenti più deboli. Infatti le telecamere ai semafori si «accendono» solo quando viene commessa un’infrazione e riprendono solo l’auto che ne è responsabile, rendendo anonime eventuali immagini di altri veicoli o persone presenti nel contesto. Tra l’altro, diversamente da quanto riportato, il superamento della linea d’arresto prevede il decurtamento di 2 punti dalla patente (i punti sono 6 in caso venga «saltato» completamente il semaforo).
 
- le telecamere che controllano gli accessi alla Ztl rilevano in modo automatico le targhe non autorizzate. Non violano dunque la privacy né hanno lo scopo di far cassa, quanto quello di tutelare il centro storico e monumentale della città, come del resto avviene nei maggiori centri urbani non solo italiani.

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