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Nuovo libro di Luigi Sardi, «Matteotti raccontato da Degasperi»

È stato presentato a Palazzo Trentini alla presenza del presidente Soini e di Alberto Faustini che ha scritto la prefazione

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Luigi Sardi ha pubblicato la storia del socialista Giacomo Matteotti che in Parlamento denunciò i soprusi del fascismo, formando così la propria personale condanna.
La vicenda si ispira a quanto scritto dal giovane Alcide Degasperi, che coraggiosamente dalle colonne del suo giornale denunciò la sparizione e il probabile assassinio del deputato.
 
Se n'è parlato ieri pomeriggio a palazzo Trentini, dove il presidente del Consiglio provinciale Claudio Soini ha ospitato la presentazione del nuovo lavoro editoriale di Luigi Sardi, «Matteotti raccontato da Degasperi» (158 pag.), appena edito per i tipi di Osiride e con prefazione di Alberto Faustini.
A salutare inizialmente è stato proprio il presidente Soini, che ha concesso il patrocinio all'opera:
«Il Consiglio provinciale – ha ricordato – si è dotato della legge 5/2024 che prevede di valorizzare la figura e il ricordo civile di Matteotti nel centenario della morte.»
Un suo grazie è andato al noto giornalista trentino per la ricerca condotta su una pagina di storia così dolorosa per il Paese e per il nostro Trentino, da cui originava la famiglia di Matteotti.
 
Tra i tanti titoli 2024 sul caso Matteotti, eccone dunque uno in versione molto trentina, che chiama in causa il Degasperi deputato dei Popolari, nell'epoca in cui da giornalista si occupa del clamoroso caso Matteotti additando «la banda di malfattori» responsabile dell'irreparabile.
Dialogando amabilmente con Faustini, l'autore Sardi ha aperto una fitta serie di finestre su un frangente storico che cambia - in peggio - le sorti italiane.
Tanti e ad ampio raggio storico i flash: il Degasperi che nel '14 va da Papa Benedetto XV e lo convince a chiedere che la guerra si fermi; la figura di Margherita Sarfatti, che «inventa» il Duce degli italiani; il tardo Degasperi che salva l'Italia dalla fame e dall'Armata Rossa; l'importante sottolineatura sul fatto che Mussolini - pur pienamente responsabile sul piano morale - in realtà non ordinò di far fuori Matteotti e che furono Dumini e i suoi sgherri a combinare l'irreparabile.

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