Francesco Filippi: «Cinquecento anni di rabbia…»
L’autore discute una tesi affascinante: c'è uno stretto rapporto tra le rivolte e i mezzi di comunicazione dal Cinquecento a oggi
Titolo: Cinquecento anni di rabbia. Rivolte e mezzi di
comunicazione da Gutenberg a Capitol Hill
Autore: Francesco Filippi
Editore: Bollati Boringhieri, 2024
Pagine: 240, Brossura
Prezzo di copertina: € 18
Descrizione
Nel Cinquecento, l'invenzione di Gutenberg – la stampa a caratteri mobili – fu il motore inconsapevole di una rivoluzione.
La capillare diffusione di fogli stampati con la nuova tecnologia a basso prezzo portò chi non aveva mai avuto accesso al potere a prendere coscienza per la prima volta di istanze comuni.
La rabbia sociale che ne esplose assunse una forma nuova e organizzata, da cui scaturì la Guerra dei contadini, alla fine repressa nel sangue nel 1525.
Da allora il mondo non fu più come prima; da quel momento il potere iniziò a occuparsi dei mezzi di informazione per poterli imbrigliare e rendere innocui.
Cinque secoli dopo – parliamo di noi –è accaduto qualcosa di molto simile.
È il 6 gennaio 2021 quando il sogno della «più grande democrazia del mondo», incredibilmente, vacilla.
Una folla inferocita, composta in maggioranza da uomini bianchi, dà l'assalto al Congresso degli Stati Uniti, a Capitol Hill.
La rabbia popolare di quel giorno viene incanalata e organizzata dai social media. In entrambi i casi un nuovo mezzo di comunicazione, sfuggito ai filtri del potere, porta in superficie la rabbia di chi si sente escluso dalla narrazione dominante.
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