Fortezze nel Tirolo storico: presentazione di due nuovi volumi
L’Archivio provinciale presenta martedì 29 novembre a Bolzano due pubblicazioni con i risultati di nuove ricerche sui forti nella regione trentino-tirolese
Titolo: Die Festungen im Alttiroler Raum / I forti militari nel Tirolo storico
Autori: L. Girotto, V. K. Pachauer, Valentina Barbacovi
Editore: Edition Raetia, novembre 2016
Lingua: Tedesco, Italiano
Pagine: 400 illustrate, rilegato
Due nuovi volumi sul sistema di fortificazioni nella regione trentino-tirolese sono il frutto della cooperazione tra Archivio provinciale, Tiroler Geschichtsverein e Museo storico italiano della Guerra di Rovereto.
I risultati delle nuove ricerche confluiti nelle due pubblicazioni saranno presentati martedì 29 novembre alle ore 17 nel Palazzo Rottenbuch a Gries, Bolzano.
La monografia «La regione fortezza» di Nicola Fontana ha come oggetto le fortificazioni asburgiche nel Tirolo nel periodo compreso tra l’inizio del XIX secolo e lo scoppio del primo conflitto mondiale.
Furono realizzate in base all’idea, formulata dall’arciduca Giovanni nel 1801 e mantenuta nel tempo, della regione come bastione per la difesa dei confini sud-occidentali della Monarchia.
Il sistema fortificato tirolese viene analizzato da tre punti di vista: la pianificazione militare, i cantieri e i riflessi economici sul territorio e infine il militarismo asburgico e la militarizzazione del territorio (vedi nosto servizio).
Il secondo volume, «I forti militari nel Tirolo storico», comprende gli atti di due giornate internazionali di studi tenutesi nell’autunno 2013 e nell’autunno 2014 nel forte di Fortezza.
Le giornate erano dedicate alla costruzione, alla funzione e alla destinazione d'uso dei forti militari del Tirolo storico, tra Restaurazione e il presente.
Gli atti, in parte corredati di materiale illustrativo, sono - assieme alla monografia di Fontana - punto di partenza per lo sviluppo di future ricerche sull’argomento.
I volumi verranno presentati rispettivamente da Camillo Zadra, provveditore del Museo storico italiano della Guerra a Rovereto e da Patrick Gamberoni, studente all’Università di Innsbruck.
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