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«Korczak, l'umanesimo a misura di bambino» – Di Laura Giuliani

Uno straordinario eroico educatore che ha pagato con la vita la scelta di stare con i suoi ragazzi – Presentazione mercoledì 25 gennaio all’Università di Bolzano

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Titolo: Korczak, l’umanesimo a misura di bambino
Autrice: Laura Giuliani
 
Casa editrice: Il Margine, 2016
Genere: Un martire nel lager con i suoi 203 ragazzi
 
Pagine: 256, brossura
Prezzo di copertina: € 16,00
 
Ispiratore della Dichiarazione dei diritti dell’infanzia, l’ebreo polacco Janusz Korczak (Varsavia 1878-Treblinka 1942) è una delle grandi figure della pedagogia del Novecento.
Come educatore sperimentò ogni aspetto dell’affascinante ma delicata relazione con il mondo dei bambini, lottò contro molte convenzioni del suo tempo e soprattutto dovette «decostruire un sistema dogmatico di false certezze e di consolidati pregiudizi sull’infanzia per approdare a una visione rivoluzionaria dei rapporti tra adulto e bambino».
La sua impresa pedagogica divenne un modello in tutta Europa, proprio mentre il nazi-fascismo sopprimeva ogni diritto alla diversità etnica e culturale. Invece di emigrare e salvarsi, decise di restare a Varsavia e di accompagnare i «suoi ragazzi» nell’ultimo viaggio verso il campo di sterminio.
 
L'incontro, mercoledì 25 gennaio alle ore 18 nell'Aula D1.02 della Libera Università di Bolzano è organizzato dal Centro per la pace nell'ambito del ciclo «Le tracce dell'altro» insieme al Centro giovanile Villa delle Rose, rientra nelle celebrazioni per la Giornata della Memoria e vuole rilanciare la figura del grande educatore, ebreo polacco che lottò per la salvezza dei suoi bambini fino all'ultimo respiro.
 

 
Verrà presentato il libro di Laura Giuliani, «Korczak, l'umanesimo a misura di bambino» che ricostruisce il pensiero e la vita di questo martire della libertà.
Ne parleranno uno dei curatori del libro, Paolo Marangon, docente dell'Università di Trento e Walter Lorenz, ex rettore e insegnante di filosofia e pedagogia all'Università di Bolzano.
Korczak considerava il bambino come un tutto autonomo e indipendente, una persona a tutti gli effetti da prendere sul serio, il cui gioco e il cui universo simbolico e mitico non sono una realtà a parte, inventata ma un mondo vero, un mondo fatto.
Fu il direttore della Casa per gli orfani di Varsavia negli anni tormentosi dell'occupazione nazista. Nel '42 i duecento bambini della casa vennero deportati a Treblinka.
Lui li seguì e morì in una camera a gas il 6 agosto del 1942.

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