«Ipotesi romanzesche e analisi storiografiche»
Il libro «Storia storie romanzo per una filosofia delle narrazioni» sarà presentato giovedì 16 febbraio alle 17.30 alla Biblioteca del Museo storico del Trentino
Titolo: Storia storie romanzo per una filosofia
delle narrazioni
Curatore: Massimo A. Bonfantini
Editore: Edizioni Scientifiche Italiane, 2016
Pagine: 256, formato 14,5x22,5
Prezzo di copertina: € 21
«La Storia non è un destino ma un grande romanzo aperto e indeciso e noi ne siamo autori e attori sul palco del pianeta terra.»
Così inizia il dialogo fra Massimo Bofantini e Salvatore Veca nel libro Storia storie romanzo, per una filosofia delle narrazioni, edito da Edizioni scientifiche italiane.
Dunque: dove andremo e dove andranno i figli e i nipoti dipende da come scriviamo e scriveremo le nostre storie di vita. Dai massimi sistemi la storia scende nell’umanità, nella società e ne disegna, quindi, il futuro. Nel libro di Massimo A. Bonfantini si suggerisce l'idea che «per sentire il gusto pieno della storia e capirla ci vogliono la narrativa e le autobiografie».
Insomma, le storie di vita.
Argomento questo che apre la riflessione storiografica anche agli altri interventi, fra i quali ad esempio quello di Salvatore Zingale su Innamoramento e abduzione: il progetto, l’imprevisto, l’improvviso, o quello di Paolo Domenico Malvinni dal titolo A che serve un poeta: la storia vera di Danièl Varujan, armeno, nato nel 1884 e ucciso nel 1915.
Varujan fu un grande poeta, ucciso durante il genocidio armeno, il cui vero nome era Daniel Tchboukkarian. Nacque a Perknik, vicino a Sabaste in Anatolia. A Venezia, presso il collegio Mourad-Rafaelian, nel 1906 pubblicò la sua prima raccolta di poesie Fremiti.
Si accostò al cristianesimo e iniziò a scrivere Il canto del pane, rimasto incompiuto, causa la morte. Verso la fine di agosto del 1915, a soli 31 anni, Varujan fu arrestato, insieme all’l'élite armena di Costantinopoli, e il 28 del mese fu ucciso.
In tasca aveva Il canto del pane. Per molti anni si pensò fosse andato perduto, fu invece ritrovato anni dopo e pubblicato postumo. Il canto del pane divenne il simbolo di vita del popolo armeno.
La presentazione del libro avviene nell’ambito della rassegna Lib(e)ri dialoghi, conversazioni con autori e storici che prendono spunto da alcuni volumi di recente pubblicazione, organizzata dal Museo storico del Trentino. L’appuntamento è per giovedì 16 febbraio, presso la biblioteca di via Torre d’Augusto 35 a Trento, alle 17.30.
Massimo A. Bonfantini, filosofo e scrittore, è professore di Semiotica, prima nell’Università di Bologna, quindi all’Università Orientale di Napoli, da ultimo al Politecnico di Milano.
Salvatore Zinagale, e ricercatore e docente di Semiotica al Politecnico di Milano.
Paolo Domenico Malvinni si occupa delle attività culturali e della comunicazione per la Biblioteca comunale di Trento. È scrittore e drammaturgo.
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