Home | Letteratura | Libri | Un libro per l’estate: «Gente Libera» di Roberto Corradini

Un libro per l’estate: «Gente Libera» di Roberto Corradini

E' la storia di un trentino nato ad Ala con l'impero austriaco e dei suoi figli che hanno vissuto la transizione al regno d'Italia dopo il 1918

image

Titolo: Gente Libera
Autore: Corradini Roberto
 
Genere: Romanzo
Editore: Curcu e Genovese 2017
 
Pagine: 424, brossura
Prezzo di copertina: € 16
 
 Il contenuto 
Donato Libera nasce ad Ala di Trento nel 1844, dunque suddito austriaco.
Orfano di padre, a 10 anni di età è affidato dalla madre morente a un compaesano in partenza per il Lombardo Veneto.
È accolto a Verona in un convitto gestito da religiosi. Impara da loro a leggere e scrivere. Lavora come fabbro.
A 20 anni è chiamato a combattere con la divisa dell’Austria. Sopravvive alla battaglia di Sadowa contro i prussiani.
Torna nel suo paese natale dopo 12 anni di assenza. Non trova nessuno che lo conosca.
Il nuovo parroco gli consegna però una busta che contiene alcune lettere. Da esse risulta che ...
 
La figlia di Donato Libera, Valeria, nasce ad Avio nel 1884.
A 15 anni entra in servizio presso una famiglia di Trento.
Valeria non è una «irredentista», ma nel 1914 segue a Firenze i suoi padroni, che sono amici di Cesare Battisti.
Poiché è suddita austriaca ed è andata a vivere «in una Nazione nemica», le è impedito - per cinque anni - ogni contatto postale con la cognata di Trento e con il fratello soldato in Galizia.
Nell’immediato dopoguerra presta servizio presso la stessa famiglia, ma questa volta a Roma.
È testimone della metamorfosi politica del suo datore avvocato, diventato fascista dopo essere stato un socialista.
Subisce poi un trauma psicologico conseguente al suicidio di una collega. In seguito avviene che...
 
L’altro figlio di Donato Libera, Giovanni Battista, nasce ad Avio nel 1887.
Nel 1909, mentre lavora come operaio in ferrovia, ha modo di conoscere a Trento Benito Mussolini.
Suddito di Francesco Giuseppe, nel 1914 è spedito soldato in Galizia.
Mentre la guerra ancora infuria, è congedato dall’Austria perché ferito. Tornato a Trento, Giobatta non può riprendere il suo lavoro perché risulta «milite leso».
Nel novembre 1918, diventato suddito di Vittorio Emanuele III di Savoia, si ripresenta alla stazione di Trento; ma questa volta è respinto in quanto «ex combattente nell’esercito nemico».
Trova lavoro presso la fabbrica di un ex «ardito», ma già nell’ottobre 1922 viene licenziato perché rifiuta di marciare con il padrone in un corteo fascista.
Giobatta emigra da solo in Argentina; vi trova un contesto ideale ed invita la moglie a raggiungerlo con i due figlioli. Succede che ...

Condividi con: Post on Facebook Facebook Twitter Twitter

Subscribe to comments feed Commenti (0 inviato)

totale: | visualizzati:

Invia il tuo commento comment

Inserisci il codice che vedi sull' immagine:

  • Invia ad un amico Invia ad un amico
  • print Versione stampabile
  • Plain text Versione solo testo

Pensieri, parole, arte

di Daniela Larentis

Parliamone

di Nadia Clementi

Musica e spettacoli

di Sandra Matuella

Psiche e dintorni

di Giuseppe Maiolo

Da una foto una storia

di Maurizio Panizza

Letteratura di genere

di Luciana Grillo

Scenari

di Daniele Bornancin

Dialetto e Tradizione

di Cornelio Galas

Orto e giardino

di Davide Brugna

Gourmet

di Giuseppe Casagrande

Cartoline

di Bruno Lucchi

L'Autonomia ieri e oggi

di Mauro Marcantoni

I miei cammini

di Elena Casagrande