L’autonomia del Trentino oggi – Di Mauro Marcantoni – 14
La questione trentina, tra riconoscimento della pariteticità e spinte all’innovazione
Nelle discussioni che portarono al Secondo Statuto, sebbene con minor clamore perché non connotata da caratteri violenti e rivendicazioni etniche, era emersa anche la «questione trentina» - come aspirazione del territorio della Provincia di Trento - di tradizioni autonomiste e con forte cultura di autogoverno già in epoca austro-ungarica, rafforzata dai due decenni di gestione della Regione – ad avere una propria identità istituzionale specifica.
Di tale vocazione, e del riconoscimento politico della stessa nel processo di approvazione del Pacchetto, rimangono tracce politiche importanti in molti verbali della Commissione dei 19 e nei discorsi di Aldo Moro del 1966 e del 1967.
In questi documenti fu più volte ribadita la pariteticità tra Trento e Bolzano sia nel previsto trasferimento di competenze dalla Regione alle Province che nel quadro delle garanzie statutarie.
Discorsi di Moro – all’epoca Presidente del Consiglio – cui corrisposero interventi di piena adesione al principio di pariteticità a opera dell’intera delegazione parlamentare trentina (Flaminio Piccoli, Renato Ballardini, Paolo Berlanda, ma anche – all’opposizione – da parte dell’esponente PCI Carlo Scotoni).
Le ricadute sulla politica interna trentina della fase di tensione dialettica con la politica sudtirolese furono però anche di segno diverso, sostanziandosi in tensioni con il PPTT e in generale con gli ambienti autonomisti più radicali.
Le ragioni del disaccordo non erano tanto legate al riconoscimento o meno delle istituzioni autonomistiche così come ridisegnate dal nuovo quadro, ma da un approccio alla questione più intransigente e fortemente permeato da una cultura «non governativa».
Per quel che riguarda la politica trentina va ricordata la poderosa spinta all’innovazione sociale, economica e territoriale ideata e promossa in particolare da Bruno Kessler, allora Presidente della Giunta provinciale. Si può affermare che con la creazione nel 1962 dell’Istituto Trentino di Cultura, che al suo interno gemmò l’Università di Trento, e con l’approvazione nel 1967 del Piano Urbanistico Provinciale, furono posti i fondamenti del processo di sviluppo che caratterizzò il Trentino fino ai primi anni Duemila.
Rielaborazione giornalistica dei contenuti del volume di Mauro Marcantoni STORIA, della Collana Abitare l’Autonomia - IASA Edizioni, Trento. |
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