L’autonomia del Trentino oggi – Di Mauro Marcantoni – 40
L’autonomia si difende anche con le qualità di governo
Uno dei problemi più rilevanti che la politica regionale ha dovuto affrontare in questo decennio è stato quello di una lettura indifferenziata di tutte le autonomie speciali.
Nella realtà dell’esperienza italiana le Regioni speciali del nord hanno avuto destini e livelli di performance radicalmente diversi, in termini positivi, ma nonostante questo l’idea di specialità è stata associata a quella di privilegio senza distinzioni di sorta. Le analisi effettuate, inoltre, sono state più volte falsate da una cattiva lettura dei dati e spesso dalla loro scarsissima attendibilità.
Una situazione problematica che ha imposto una reazione politica molto incisiva che ha visto impegnati tutti i partiti locali, sia a livello trentino che sudtirolese, con un supporto convinto, anche se ovviamente sfrangiato nel suo interno, dei partiti nazionali a vocazione territoriale.
Quindi la difesa dell’autonomia non è stata giocata solo sul livello giuridico, anche se i risultati in questo senso sono stati ragguardevoli.
Ad esempio, il tasso di successo in Corte Costituzionale in caso di contestazioni delle leggi statali o, viceversa, di contestazione di leggi provinciali e regionale da parte dello Stato, sono risultati maggiormente positivi rispetto a quelli del sistema regionale complessivo.
Dunque, il sistema autonomistico trentino/sudtirolese ha avuto maggiori livelli di successo nei ricorsi alla Corte Costituzionale delle leggi statali ritenute lesive delle proprie prerogative e, simmetricamente, i ricorsi dello Stato rispetto alle leggi provinciali e regionali hanno avuto minori livelli di successo rispetto alla media nazionale.
Ma sarebbe riduttivo ritenere che la difesa della specialità trentino/sudtirolese sia stata giocata solo sul terreno del contenzioso istituzionale.
Un ruolo sempre maggiore hanno avuto infatti la capacità di buon governo e la dimostrazione che le competenze e le risorse a disposizione vengono utilizzate in modo appropriato ed efficiente.
In altri termini, a valere nelle negoziazioni con lo Stato è stata sempre più la dimostrazione dell’efficienza e dell’economicità nell’autogoverno e non solo la rivendicazione specificamente etnica.
Non è un caso che nessuno a livello centrale abbia contestato l’autonomia rivendicando allo Stato competenze trasferite o negando garanzie per le minoranze, né per Trento né per Bolzano.
Le ingerenze statali hanno riguardato, in netta prevalenza, esclusivamente le modalità di gestione delle competenze, essenzialmente per scopi di razionalizzazione finanziaria: scopi che sono difficilmente contestabili sul mero piano della rivendicazione politica identitaria locale e a fronte dei quali solo la vera efficienza dell’autogoverno può essere una difesa credibile.
Rielaborazione giornalistica dei contenuti del volume di Mauro Marcantoni STORIA, della Collana Abitare l’Autonomia - IASA Edizioni, Trento. |
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