L’autonomia del Trentino oggi – Di Mauro Marcantoni – 43
Un’economia di sistema vocata alla qualità e all’innovazione
Il primo grande mutamento del contesto trentino riguarda l’economia che non solo ha risentito della crisi globale – dieci anni fa la dinamica del nostro PIL era sensibilmente più elevata di quella odierna – ma anche del venir meno del modello di sviluppo che aveva caratterizzato il Trentino lungo tutta l’ultima parte del secolo scorso.
Nel primo decennio degli anni Duemila si è infatti esaurito quel particolare modello economico che aveva preso forma negli anni Sessanta per l’effetto congiunto del boom industriale e del processo di trasformazione innescato dal Piano Urbanistico Provinciale del 1967.
L’economia diffusa, de-specializzata e caratterizzata da piccole dimensioni aziendali, che per trent’anni non solo aveva tenuto, ma aveva anche dato prova di una buona capacità di reazione anticiclica, con il nuovo millennio e in particolare dopo la grave crisi del 2008 ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza.
Di fronte a questo cambio d’epoca la Provincia ha messo in atto una coraggiosa e articolata manovra con il duplice obiettivo di arginare gli effetti della crisi e nel contempo di ripensare lo stesso modello di sviluppo dell’economia trentina, per renderla più coerente e funzionale alle logiche del mercato aperto e della competizione globale.
L’efficacia della manovra è stata sicuramente indebolita da ragioni esterne, soprattutto quelle legate al perdurare della crisi finanziaria dei mutui subprime alla quale si è aggiunta quella non meno grave dei debiti sovrani, che ha visto l’Italia in particolare difficoltà, data l’entità abnorme del suo disavanzo pubblico. Ma la sua efficacia è stata frenata anche da ragioni interne alla realtà trentina.
La principale è il decollo solo parziale del grande progetto, messo in atto dalla Provincia a supporto e complemento della manovra anticrisi, che puntava alla creazione di una economia dell’innovazione sostenuta da un elevato impegno pubblico nella ricerca e nell’istruzione avanzata, da investimenti per lo sviluppo dell’innovazione e dell’imprenditoria innovativa e dalla generazione di condizioni di attrattività della realtà locale: welfare stabile, ridotti costi della burocrazia, servizi alla cittadinanza efficienti.
Questo ingente sforzo dell’autonomia provinciale avrebbe dovuto essere compensato dagli effetti di auto-attivazione che il modello di sviluppo innovativo, una volta innescato, avrebbe generato, consentendo così alla mano pubblica di ritrarsi.
Purtroppo questo modello di sviluppo non ha preso la forma e il vigore desiderati, essenzialmente per quattro ragioni tra loro strettamente interconnesse:
il mancato superamento della tradizionale polverizzazione del tessuto d’impresa, che rende difficoltosa la competizione sui mercati interni e ancor di più su quelli internazionali;
il perdurante divario tra le poche aziende che investono in innovazione, cambiamenti organizzativi e strategie di ingresso in nuovi mercati e le molte aziende tradizionali, che si rivolgono a mercati sempre più aggrediti da concorrenti che operano in realtà dove il costo del lavoro è più basso e meno tutelato;
l’azione frenante dei sistemi di interesse e di corporazione, ancora ben presenti sul territorio, che ad un tempo difendono nicchie di mercato di fatto assistito e impediscono di creare vere ed incisive economie di sistema;
la scarsa propensione dei privati ad investire, che non ha sostenuto adeguatamente lo sviluppo.
Riguardo questo ultimo punto, vale la pena ricordare che in termini di incidenza pro capite, la spesa pubblica per gli investimenti in Trentino è stata mediamente tre volte superiore a quella nazionale, ma non ha generato significativi differenziali di crescita rispetto alle regioni limitrofe.
È evidente che a questa situazione di debolezza è indispensabile trovare una soluzione convincente e praticabile per consentire all’economia trentina di riprendere un ritmo di crescita soddisfacente e in questo modo sostenere il complesso ed esigente sistema di autogoverno.
Rielaborazione giornalistica dei contenuti del volume di Mauro Marcantoni STORIA, della Collana Abitare l’Autonomia - IASA Edizioni, Trento. |
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