Cosa c’è da dire ancora delle geofite – Di Davide Brugna
Non è poca cosa, perché parliamo di Celle, Mughetti, Cymbidium, Phalaenopsis
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Oggi riprendiamo da dove abbiamo lasciato, dopo quasi un mese siamo arrivati alla fine del nostro viaggio alla scoperta delle geofite.
Vediamo un po' cosa è rimasto…
I rizomi fanno parte delle geofite, con questo termine si intende un fusto specializzato, in cui l'asse principale della pianta cresce orizzontalmente o appena sotto al livello del terreno; questo, chiaramente, presenta sia nodi che internodi.
All'interno dei rizomi possiamo distinguere due morfologie ben distinte, i pachimorfi, come per esempio lo Zenzero e le Iris rizomatose che presentano un rizoma bello ciccio e corto, e le leptomorfe come il mughetto, un rizoma molto sottile con lunghi internodi che cresce molto ma molto più velocemente rispetto al primo.
Tra i rizomi possiamo trovare anche la Calla, in questo caso abbiamo una peculiarità, il rizoma anziché essere orizzontale al terreno, ha un accrescimento verticale.
Il ciclo vegetativo è basilare, il rizoma cresce in tutti i lati dalle gemme apicali o laterali, le parti vecchie quindi muoiono così da avere tante piccole porzioni di rizoma.
Nel caso delle Iris la vegetazione continuerà a svilupparsi anche dopo la fioritura, caso contrario nei Mughetti dove si avrà uno stallo nella vegetazione.
La moltiplicazione è molto semplice, basta prendere una porzione di rizoma che contenga almeno una gemma e piantarlo.
Se vi capitasse di trovare una radice di Zenzero molto fresca potreste far questo bell’esperimento.
Altra modalità di stoccaggio delle riserve nutritive sono le radici tuberose, praticamente si parla di un ingrossamento delle radici, avete presente le patate dolci americane?
Ecco, sono radici tuberose.
Essendo radici non presentano nodi ed internodi.
A differenza di quello che abbiamo visto fin adesso, le radici tuberose sono biennali, cioè, vengono prodotte nel corso dell'anno e l'anno seguente le gemme del colletto producono un germoglio che ne utilizzerà le riserve e produrrà nuove radici tuberose.
La moltiplicazione non è così facile come i rizomi… in questo caso bisognerà dividere la corona mantenendo la gemma, in poche parole, si mettono le radici in un ambiente umido e caldo così da stimolare lo sviluppo delle gemme.
Quando queste si saranno sviluppate si potranno dividere dalla radice. Queste si svilupperanno nella parte apicale della radice tuberosa.
Come vi avevo accennato la settimana scorsa, anche le orchidee hanno qualcosa a che fare con le geofite… Queste sono degli pseudobulbi poiché presentano delle strutture caulinari specializzate che consistono in steli allargati con uno o diversi nodi.
Questi si sviluppano durante il periodo vegetativo sui germogli eretti che si formano lateralmente o apicalmente dal rizoma orizzontale, questo si vede benissimo nei Dendrobium!
Durante il periodo vegetativo accumulano sostanze nutritive ed acqua che permettono alla pianta di sopravvivere nei periodi di riposo.
In questo caso la difficoltà della moltiplicazione dipende dalla specie…
Molto facile per quanto riguarda il Cymbidium, si divide il cespo in più piante, avendo cura di aver sempre almeno tre o quattro pseudobulbi.
La classica Phalaenopsis si moltiplica grazie alla formazione dei germogli laterali generati dagli steli dei fiori sfioriti, si aspetta che abbiano abbastanza radici e poi si tagliano.
Il metodo utilizzato dalle grandi case di produzione di Orchidee è la propagazione in vitro, questo metodo in casa la vedo dura…
Si conclude così questo mese delle geofite, come avete capito, quando andrete a comprar i «bulbi», acquistateli belli grandi e ciccioni, la differenza di prezzo sarà minima ma il risultato vi garantisco che cambierà tantissimo!
Come sempre scegliete la qualità dei floricoltori trentini (AFLOVIT), la lista dei vivai e garden associati è disponibile su internet.
Buon lavoro, Brugna dott. Davide
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