Associazione Castelli del Trentino, un bilancio – Di D. Larentis
A tracciarlo Pietro Marsilli, vicepresidente dell’Associazione, al termine del fortunato ciclo di incontri «Torniamo a tavola! – L’intervista
Pietro Marsilli.
È da poco terminato il fortunato ciclo di incontri «Torniamo a tavola!», a cura dell’Associazione Castelli del Trentino di Mezzolombardo, in collaborazione con l’Associazione Rosmini di Trento.
Un ciclo di conferenze molto seguito, come del resto lo sono stati i cicli delle passate stagioni («Gli incontri del giovedì»), sempre organizzati dal presidente dell’Associazione Bruno Kaisermann e dal vicepresidente Pietro Marsilli, noto giornalista e stimato storico dell’arte.
Relatori di alto spessore si sono avvicendati nel corso di questi lunghi anni, affrontando di volta in volta gli interessantissimi argomenti proposti.
A conclusione della stagione 2021, abbiamo chiesto al prof. Pietro Marsilli di tracciare un bilancio generale, rivolgendogli a tale proposito alcune domande.
Prima di passare all’intervista, ricordiamo che da oltre trent’anni l’Associazione Castelli del Trentino è attiva nell’ambito culturale provinciale soprattutto attraverso pubblicazioni, cicli di convegni su tematiche storiche e storico-artistiche seguiti con attenzione dal pubblico e dalla stampa.
Le iniziative proposte hanno goduto del patrocinio, fra gli altri, della PAT, dell’Accademia roveretana degli Agiati e della Società di Studi trentini di Scienze storiche e sono state riconosciute valide ai fini dell’aggiornamento del personale docente da parte dell’Iprase.
Giorgio Martini, storico dell'alimentazione, biologo nutrizionista.
Si è da poco concluso il seguitissimo ciclo di incontri «Torniamo a tavola!». Di cosa si è trattato?
«Si è trattato di un ciclo libero e gratuito di conferenze a cura dell’Associazione Castelli del Trentino. I relatori: tutti esimi esperti; gli argomenti: più citati che effettivamente noti, spesso ricordati ma in sostanza di nicchia; il tema: il cibo e l’alimentazione.
«Con la cordiale collaborazione tecnica, per la messa in rete dei singoli interventi, dell’Associazione Culturale Antonio Rosmini, abbiamo posto in essere sette appuntamenti, uno in settimana, da metà ottobre a fine novembre.
«Per agevolarne la fruizione il link è sempre stato il medesimo, accessibile anche attraverso il nostro sito (www.associazionecastellideltrentino.com).
«Il sabato precedente, ciascun intervento è stato anticipato e introdotto da un’intervista al relatore pubblicata dalla vostra testata. Già pochi giorni dopo ogni incontro, nella sezione Attività del sito dell’Associazione è stato possibile accedere alla registrazione.
«La partecipazione era valida ai fini dell’aggiornamento IPRASE.»
Questo ciclo autunnale dedicato alla storia del bere e del mangiare trentino è un po’ il naturale proseguimento di un altro ciclo tenutosi fra 2019 e 2020, altrettanto fortunato, coordinato attorno al tema della storia «sociale» del cibo e dell’alimentazione in Trentino. Nell’ occasione erano stati approfonditi alcuni aspetti inediti, può ricordarne qualcuno?
«In particolare, ricordo la brillante relazione tenuta da Mauro Neri, partendo dalle sue fiabe e leggende trentine, o il filologico intervento del medievista Italo Franceschini che ha dato inizio al ciclo.
«La dottoressa Caterina Pancrazi ha relazionato sul tema, davvero inedito a livello di extra accademico, sul contributo delle analisi isotopiche di campioni scheletrici per la determinazione delle diete alimentari nel territorio alpino, ovvero quanto e come, a distanza di migliaia di anni, gli scheletri ci rivelano a proposito di quello che mangiavano i nostri antenati.»
Il cibo ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’uomo. Gli otto autorevoli relatori anche quest’anno hanno affrontato il tema proposto, assumendo diverse prospettive…«È vero: ciascuno secondo le sue competenze. In modo sintetico si possono così ricordare i sette interventi del mese scorso.
«Carlo Pedrolli, Specialista in Medicina Interna, Cardiologia e Scienza dell’Alimentazione, Direttore Unità ospedaliera di Dietetica e Nutrizione clinica dell’Ospedale di Trento: Mangiare bene / mangiare sano. In Trentino fra tradizioni e riscoperte.
«Danilo Gasparini (foto di fianco), Professore di Storia dell’agricoltura e Storia dell’alimentazione presso l’Università di Padova e al Master Cultura del cibo e del vino dell’Università Ca’ Foscari di Venezia: Nutrirsi tra Sette- e Ottocento in Trentino. Dai diari di Angelo Michele Negrelli
.«Marta Villa (foto seguente), Docente di Antropologia Culturale presso l’Università di Trento e di Antropologia culturale medica presso l’Università di Verona, nonché Direttrice del Centro Studi Trentino Alto-Adige/Südtirol dell’Accademia Italiana della Cucina: Ricercando sapori e saperi. Antropologia dell'alimentazione in Trentino fra passato e presente.
«Massimo Montanari, Professore di Storia dell’alimentazione e fondatore del Master Storia e cultura dell’alimentazione presso l’Università di Bologna e Giuseppe Albertoni, Professore ordinario di storia medievale nonché Coordinatore del Dottorato di ricerca Culture d’Europa presso l’Università di Trento: Storia agraria, dell’alimentazione e della gastronomia nelle Alpi e in Trentino.
«Michele Girelli, Sommelier Membro dell'Associazione Italiana Sommelier del Trentino e fondatore di Enovely: Il Teroldego e gli altri vitigni e vini della Piana Rotaliana.
«Giorgio Martini, storico dell’alimentazione, farmacista, biologo nutrizionista, Capitano di Fregata MMI: La dieta del soldato italiano e di quello austro-ungarico nel secolo scorso.
«Andrea Segrè, Professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata presso l’Università di Bologna e fondatore della campagna Spreco Zero: Perdite agricole, spreco alimentare e dieta mediterranea: visione e impegno del sistema agroalimentare italiano.»
Lei fra l’altro è stato docente di Storia dell’arte presso il Liceo Artistico di Trento per lunghissimo tempo. Potrebbe condividere un pensiero generale in merito al tema del cibo nell’arte?
«Un tema vastissimo e mai abbastanza indagato. Potrebbe essere lo spunto di un altro ciclo mirato. Non a caso la prestigiosa rivista Art & dossier ha dedicato e dedica una specifica rubrica su di esso: dalle nature morte alle scene bibliche, alla letteratura e alla cinematografia.»
Andrea Segrè, professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata.
Nel 2021, come del resto nel 2020, le conferenze non si sono tenute in presenza ma, a causa della pandemia, si sono tenute online. A suo avviso, quali possono essere le criticità e i punti di forza di questa modalità di fruizione?
«Abbiamo, tutti, imparato che lo stare fisicamente insieme è impagabile. Nello stesso tempo poter ascoltare e seguire visivamente una relazione da casa propria ne agevola moltissimo la fruizione.
«Ancora più importante è poi la possibilità di vedere e ascoltare i relatori attraverso la registrazione delle conferenze, anche a distanza di mesi. Con il nostro ciclo ciò è sempre possibile.»
Del ciclo di quest’anno possiamo tracciare un bilancio generale?
«Sì, è possibile. Il corso è stato tenuto da un dirigente ospedaliero di punta, un notissimo farmacista e dietologo, un sommelier rampante, cinque docenti, tre dei quali Professori ordinari di cinque distinte università. Le interrelazioni e i rimandi fra i diversi interventi sono stati numerosi. Il riscontro mediatico, sia negli organi di stampa cartacei che in quelli on-line, buono. La partecipazione è stata costante. Non possiamo che esserne soddisfatti.»
Giuseppe Albertoni, prof. di Storia medievale - Massimo Montanari, prof. di Storia dell'Alimentazione.
E l’anno prossimo quali interventi proporrete?
«Per i primi quattro mesi del 2022 abbiamo programmato un breve ciclo di conferenze. Si tratterà di tre o quattro incontri culturali (finalmente in presenza, ma incrociamo le dita!) per presentare al pubblico altrettanti libri, ovviamente di argomento storico trentino, freschissimi di stampa. Abbiamo già preso contatti fattivi, ma ne parleremo a gennaio.»
Che futuro si prospetta?
«Nel corso della prossima settimana abbiamo in calendario un incontro della Direzione dell’Associazione, allargato anche a Probiviri e Revisori dei conti: sarà l’occasione non solo per farci gli auguri di Natale, ma anche per stendere un bilancio del 2021e prospettarci il 2022.
«A fine aprile avremo poi l’annuale Assemblea generale, che quest’anno prevede l’elezione del nuovo direttivo. Già nel corso dell’Assemblea della primavera 2021 il Presidente Bruno Kaisermann ed io, il vicepresidente, avevamo esplicitato la nostra indisponibilità a proseguire in futuro la nostra attività ai vertici dell’Associazione.»
Vuole rivolgere uno sguardo agli anni passati?
«Bruno ed io siamo in carica da due mandati. Si è trattato di otto anni intensissimi con in totale oltre un centinaio di appuntamenti e iniziative. In primis dozzine e dozzine di conferenze di alto e altissimo livello, con complessivamente circa tremila presenze, tenute tutte quante a titolo di volontariato da eccellenti relatori che per far ciò hanno sottratto tempo ai loro impegni professionali e accademici.
«Ma pure viaggi culturali anche fuori regione, pubblicazione di libri, convegni di studio con l’edizione dei relativi atti, concerti musicali, intense sinergie con Enti prestigiosi, Associazioni di punta e intellettuali al vertice.
Carlo Pedrolli, Direttore dell'Unità osp. di Dietetica e Nutriz. Osp. Trento.
«Le due rievocazioni storiche dedicate ai Longobardi, di davvero notevole impegno organizzativo, sono state premiate da numerose presenze, anche da fuori regione.
«Gli accessi al sito sono circa ventiquattromila. Fondamentale per tutto ciò il sostegno (non solo economico) fornito all’associazione da parte di partner e sostenitori. La Publistampa di Pergine ci ha sempre trattati da veri amici.
«La Cantina Rotaliana ci ha permesso di donare a tutti i relatori un piccolo omaggio. Il Comune di Mezzolombardo ci ha generosamente aiutati in diversi modi. Una attività senza dubbio molto arricchente, ma anche logorante. A questo punto un ricambio, oltre che fisiologico, ci pare corretto.»
Ma allora sarà tutto diverso?
«Chissà. Nel corso della sua quasi trentennale esistenza, la nostra associazione ha agito anche con modalità diversissime da quelle attuate negli ultimi anni. Ad esempio lo scavo, lo studio e la relativa pubblicazione, di reperti storici e preistorici di siti castellani abbandonati.
«Il nuovo Direttivo sarà ovviamente libero di agire come crederà più opportuno. Di certo L’Adigetto, quotidiano online del Trentino Alto Adige, più di chiunque altro, in tutti questi anni ci è stato sempre accanto: grazie di cuore!»
Daniela Larentis – [email protected]
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