Busetti e Benedetti, «Stages of a woman» – Di Daniela Larentis
Attraverso il linguaggio della videoarte Carlo Busetti e Stefano Benedetti affrontano insieme il tema del cambiamento, declinandolo al femminile – Doppia intervista
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«Stages of a woman» è l’opera firmata da Carlo Busetti e Stefano Benedetti, creata per stimolare una riflessione sul tema del cambiamento declinato al femminile.
Attraverso il potente linguaggio della videoarte, i due artisti conducono alla scoperta di forme alternative di narrazione, ospiti della XIII edizione Florence Biennale che ha avuto luogo dal 23 al 31 ottobre scorso al Padiglione Cavaniglia della Fortezza da Basso, lo special concept curato da Fortunato D’Amico dal titolo «Eternal Feminine Eternal Change».
In mostra le installazioni di oltre 60 artisti, selezionati dal curatore in chiave interdisciplinare e multiculturale.
Realizzata a quattro mani, sembra suggerire un pensiero su come vengono rappresentate e percepite le diverse età delle donne nella nostra società, in particolare la vecchiaia.
Purtroppo, per quanto riguarda le donne, questa stagione della vita, almeno in televisione, pare spesso essere ancora un tabù.
Non nel mondo della letteratura e del cinema, verrebbe da dire, dove frequentemente viene letta come una delle fasi che si attraversano nel corso dell’esistenza, pensiamo alla «Vecchia indegna» del racconto di Bertolt Brecht del 1948, ma anche al film documentario di Katia Bernardi e il libro scritto dalla regista, uscito qualche anno fa, intitolato «Funne, le ragazze che sognavano il mare», edito da Mondadori, una straordinaria favola contemporanea dai toni poetici che fa pensare all’importanza di credere nei propri sogni a qualsiasi età e dove l’essere anziani non rappresenta più un limite.
Contrariamente a ciò che si può dedurre guardando la televisione: seguendo molti programmi, fra quelli proposti, se ne ricava un po’ l’impressione che se esiste una frontiera di genere che marca una differenza tra uomini e donne di una certa età, questa è senza dubbio il corpo.
Per le seconde c’è l’obbligo dell’eterna bellezza, infatti frequentemente le donne sono spinte a uniformarsi a questo modello, pena finire nell’oblio.
L’opera di Busetti e Benedetti è anche un inno alla vita, rinviando al continuo mutare degli eventi che tocca tutti noi.
Ogni stagione regala una suggestione difficilmente traducibile a parole, rafforzata dalla bellezza della colonna sonora, tratta dalle «Quattro stagioni» di Vivaldi.
(Cliccando l’immagine che segue si avvia il filmato)
Alcune note biografiche, prima di passare all’intervista.
Carlo Busetti, laureato in ingegneria civile-ambientale, fin dalla tenera età coltiva la grande passione per il disegno, passando dai lavori a penna su carta degli anni Ottanta e Novanta all’affascinante universo della digital art.
Le nuove tecnologie permettono di sperimentare nuovi linguaggi anche nel campo dell'arte e l’artista, dopo aver provato varie tecniche, decide di esprimere al meglio la sua creatività attraverso l’uso dell’iPad, dal quale peraltro non si separa mai: lo porta sempre con sé, utilizzandolo come una sorta di taccuino dove abbozzare schizzi, dando forma alle sue idee.
Le opere, una volta realizzate, vengono trasferite su supporti di diversa natura: pannelli in alluminio e alucobond, plexiglas, forex, pelle, vetro e non solo. Uno dei suoi obiettivi è anche quello di dare vita a una serie di interventi e di soluzioni in grado di coniugare «arte e architettura».
Partecipa nel tempo a prestigiose mostre, fra le quali TecnoNart, allestita presso il Centro Culturale d’Anaunia Casa de Gentili a Sanzeno (TN); la Triennale di Roma, evento fra i più famosi del panorama artistico nazionale, alla quale partecipa nel 2017 con l'opera «Eterei voli», e altri importanti eventi curati da Loredana Trestin, curatrice apprezzata a livello nazionale e internazionale.
Busetti conta al suo attivo importanti realizzazioni su commissione, fra tutte ricordiamo l’opera «Percorsi paralleli» creata appositamente per la nuova stazione ferroviari di Mezzana, Trento, nel 2016. Partecipa alla Biennale Arte Dolomiti con l’opera «Archetipo», la collettiva allestita presso l’ex caserma sul Monte Rite in Cadore.
Espone al museo All About Apple, a Savona, meta ambita per turisti e appassionati del noto marchio americano.
Espone in prestigiose location tra le quali citiamo, a titolo esemplificativo, il Galata Museo del Mare a Genova e lo spazio Divulgarti Eventi al Ducale, il palazzo Zenobio a Venezia, il Palazzo Velli Expo a Roma e la Rocca Paolina di Perugia e diversi altri, partecipa nel 2021 alla XIII edizione Florence Biennale con l’opera realizzata con Stefano Benedetti.
Stefano Benedetti, nato a Trento il 23/08/1962, dopo gli studi scientifici e i corsi di alta formazione per «operatore delle comunicazioni visive» e «tecnico dell’audiovisivo e dell’immagine computerizzata» comincia la propria attività come grafico pubblicitario.
Nel 1990 con la società ARTware realizza illustrazioni, spot, sigle televisive, video e cartoons.
Dal 1996 l’attività prosegue come ditta individuale instaurando rapporti professionali con diverse società, studi di progettazione, agenzie di produzione video, enti pubblici e servizi della Provincia Autonoma di Trento.
L’attività svolta spazia dal settore tecnico, modellazione tridimensionale, rendering statico e dinamico, al settore artistico e multimediale, realizzando ricostruzioni storico-architettoniche, allestimenti museali multimediali, videoinstallazioni e projection mapping per mostre, spettacoli ed eventi artistici.
Vive e lavora a Trento, è titolare dello studio «Stefano Benedetti computer grafica».
Curiosi di saperne di più, li abbiamo incontrati, rivolgendo loro alcune domande.
Carlo Busetti, Stefano Benedetti, Stages of a woman, Primavera, 2021.
Carlo Busetti, Stefano Benedetti, Stages of a woman, Primavera, 2021
Partiamo dal titolo del video Stages of a woman, accompagnato dalla musica di Vivaldi: come è stato scelto e che cosa rappresenta?
Stefano: «La scelta del titolo è motivata dal fatto che si voleva comunicare in maniera diretta e inequivocabile l’idea di cambiamento nel corso dell’esistenza, in questo caso delle donne, associato al cambiamento che avviene in natura con l’alternarsi delle stagioni.»
Carlo: «Ho sviluppato quattro grafiche, ognuna delle quali rappresenta una stagione della vita. Il protagonista è un volto, in realtà androgino, che richiama il mondo astratto della mia proposta artistica. In questo caso può essere letto come un volto femminile, in risposta al tema richiesto, in occasione del prestigioso evento a cui abbiamo partecipato, la Florence Biennale 2021. Stefano è poi stato capace con grande bravura ad animarle dando vita al video, non è così scontato riuscirci partendo dalla staticità delle immagini.»
Come è nata la vostra collaborazione?
Carlo: «Conosco Stefano da tanti anni, abbiamo già collaborato in diverse occasioni. A livello artistico, la nostra collaborazione è nata nell’ambito della Florence Biennale 2021.
«La curatrice Loredana Trestin mi ha invitato a partecipare al progetto, chiedendomi di presentare qualcosa di originale e io ho subito pensato di coinvolgere Stefano, il quale è riuscito a trasformare una mia idea, e quindi la mia arte, in movimento; non solo, ha saputo interpretare e dare forma a ciò che avevo in mente attraverso la sua inesauribile fantasia.
«Nemmeno io sapevo cosa ne sarebbe uscito, il risultato è stato davvero sorprendente.»
Carlo Busetti, Stefano Benedetti, Stages of a woman, Estate 2021.
Carlo Busetti, Stefano Benedetti, Stages of a woman, Estate 2021.
Potete fare un breve accenno in merito al prestigioso evento che vi ha ospitati?
Carlo: «Dal 23 al 3 ottobre 2021 si è tenuta la XIII edizione Florence Biennale ETERNAL FEMININE | ETERNAL CHANGE. Concepts of Femininty in Contemporary Art and Design, sotto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, del MIC Ministero della Cultura, della Regione Toscana, del Comune di Firenze e di ADI - Associazione per il Disegno Industriale Delegazione Toscana.
«La nostra opera, dal titolo Stages of a woman, appartenente alla videoArt e realizzata a quattro mani, è stata esposta all’interno del Padiglione Cavaniglia presso la cinquecentesca Fortezza da Basso.
«Il progetto espositivo del Padiglione è stato ideato dal curatore Fortunato D’Amico e incentrato sulle installazioni, con una ricchezza di percorsi interdisciplinari e multiculturali di arte, design, poesia, architettura, musica e sociologia, abbinati a incontri, workshop, conferenze, letture filosofiche, sociali, scientifiche, cinematografiche, spirituali e ambientali.
«Un ringraziamento doveroso, da parte nostra, va all’Art Manager Loredana Trestin e al curatore Fortunato D’amico, membri del comitato curatoriale della Florence Biennale 2021, per averci invitato a partecipare come Guest artist.»
Come avete vissuto questa esperienza?
Stefano: «Parlo a nome di entrambi, è stata una bella esperienza che ci ha arricchiti, anche vedere il lavoro degli altri artisti è stato estremamente interessante.»
Da artisti come avete vissuto il periodo di confinamento legato alla pandemia?
Stefano: «È stato davvero un momento difficile, mesi davvero duri. Il lavoro che faccio è legato al mondo degli eventi, degli spettacoli, dei musei.
«Ho cercato come tutti di reagire, pensando a dei progetti da realizzare, ma niente pareva muoversi, per fortuna poi c’è stata la riapertura.»
Carlo: «Tutti sappiamo che la pandemia ha pressoché azzerato gli eventi artistici impedendo quell'interazione tra uomo e ambiente fisico a cui ci eravamo abituati.
«Questo impedimento ha chiuso una porta aprendone un’altra, caratterizzata da una forma d'arte innovativa e grazie ad internet più mainstream: si tratta dei token non fungibili o NFT.
«Spinto dalla curiosità e dal momento di pausa forzata, ho iniziato ad esplorare questo mondo, scoprendo che si trattava di una tecnologia già nota nel 2017, ma salita ultimamente alla ribalta dopo che un'opera dell’artista americano Beeple, più precisamente un collage digitale, è stata venduta all'asta da Christie's per 69 milioni di euro, come opera d’arte certificata in quanto autentica e unica, ma esistente solo in formato digitale.»
Carlo Busetti, Stefano Benedetti, Stages of a woman, Autunno, 2021.
Carlo Busetti, Stefano Benedetti, Stages of a woman, Autunno, 2021.
Carlo, può spiegarci brevemente cosa sono gli NFT?
«Detto in poche parole gli NFT (acronimo di non-fungible token) rappresentano un certificato digitale che attesta la proprietà di un dato bene o servizio attraverso l'utilizzo della tecnologia blockchain.
«A differenza delle banconote o delle criptomonete (Bitcoin o Ether), che sono interscambiabili tra loro e quindi fungibili, gli NFT sono “gettoni” non fungibili, unici e non interscambiabili né duplicabili, come ad es. un quadro originale che è un bene non fungibile, perché unico.
«Si tratta dunque di un certificato di autenticità digitale, che certifica come originale un determinato contenuto - sia esso audio, video o opere d’arte - che verrà poi venduto come tale e che sarà sempre distinguibile dalle sue riproduzioni.»
Lei realizza spesso lavori di arte applicata, può aggiornarci in merito ai progetti in corso?
«Uscirà a breve un esempio di arte applicata, sono stato contattato dal titolare di un’azienda milanese che realizza, all’interno della produzione standard, componenti d’arredo in cartone; mi è stata proposta una collaborazione, è piaciuta una mia grafica da utilizzare per personalizzare i fianchi di una poltrona di design molto particolare.»
Una domanda a Stefano: recentemente ha partecipato alla mostra «Dante in arte», da poco conclusa al Centro Culturale Claudio Trevi a Bolzano, con un’installazione video. Ce ne può accennare brevemente?
«Io ero presente con l'installazione video RI.interpretazioni dantesche - viaggio grafico nei regni dell'oltretomba, realizzata partendo dalle immagini presenti nel calendario dantesco 2021, realizzato da Società Dante Alighieri.
«Nell’esecuzione dell’opera ho utilizzato parte dei quadri selezionati dall’Associazione, quindi dodici immagini che ho reinterpretato, seguendo la logica temporale del calendario, partendo dall’Inferno per arrivare al Paradiso.
«Ho creato questa sorta di viaggio, collegando fra loro le varie opere originali, accomunate da elementi e suggestioni dantesche.»
Carlo Busetti, Stefano Benedetti, Stages of a woman, inverno 2021.
Carlo Busetti, Stefano Benedetti, Stages of a woman, inverno, 2021.
E per concludere, una domanda a entrambi: progetti futuri/sogni nel cassetto?
Stefano: «Mi piacerebbe in futuro fare qualcosa sulla mia città, Trento. Quando passo in via Belenzani davanti a Palazzo Geremia, tanto per fare un esempio, mi emoziono osservando gli affreschi.
«Mi piacerebbe creare un qualcosa per dare vita e valorizzare queste meraviglie, ho lavorato a vari progetti, speriamo vengano presi in considerazione.
«Sono diversi i musei trentini che hanno in serbo progetti collegati alla realtà virtuale, al mondo multimediale; speriamo venga fatta la scelta di dare lavoro anche ai trentini che operano in questo ambito.
«Sul territorio i professionisti certo non mancano, per avere ottimi risultati a prezzi competitivi non serve certo rivolgersi a professionisti oltreconfine…»
Carlo: «Trattandosi di un fenomeno relativamente nuovo ma in forte crescita, il mondo della criptoart presenta, a mio giudizio, interessanti opportunità e stimoli di crescita che intendo cogliere, ma con prudenza, avendo constatato che questo fenomeno, oggi sulla bocca di tutti, non è esente da speculazioni.
«Va da sé che il passo verso la criptoart è per me, che lavoro da quasi 10 anni nel digitale, ormai segnato e inevitabile: l’anno prossimo infatti lancerò la mia prima serie di opere NFT.
«È innegabile che la criptoarte sta conquistando il mondo e non voglio stare alla finestra a guardare ma intendo percorrere questa nuova strada, alla ricerca di emozioni e contenuti da esprimere nei prossimi lavori, ovviamente certificati NFT.»
Daniela Larentis – [email protected]
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