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Ricordando Sergio Dangelo – Di Daniela Larentis

Si è spento martedì 4 gennaio 2022 l’artista di fama internazionale, maestro delle avanguardie storiche e fondatore con Enrico Baj del «Movimento Nucleare»

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Martedì 4 gennaio 2022 è morto Sergio Dangelo, artista di fama internazionale nato a Milano nel 1932.
Maestro delle avanguardie storiche, fondatore con Enrico Baj del Movimento Nucleare, era molto legato al Trentino e alla città di Bolzano, dove ha abitato per alcuni anni.
Negli anni '70 vinse il Premio Trento per la pittura sotto la direzione di Luigi Lambertini.
Un corposo nucleo di sue opere è depositato al MART.
 
Citiamo uno fra gli amici trentini a cui era particolarmente legato, il pittore e scultore Lome, all’anagrafe Lorenzo Menguzzato; con lui ha organizzato diverse mostre, dando vita anche a opere realizzate a quattro mani, tra colore e poesia (menzioniamo DANGELOMELODIES del 2017, un libro, un tour, una mostra).
L’estate scorsa i due artisti hanno trascorso più di un mese nell'atelier di Castello Tesino del Bosco dei Poeti, esponendo e producendo opere in divenire.
Il Bosco dei poeti, di cui Lome è fondatore, si estende su una superficie di 130 ettari con 12 km di sentieri, ospitando oltre 1.000 opere di artisti nazionali e internazionali.
Ed è proprio Lome, emozionandosi, a ricordarlo come «un amico, un fratello, un maestro di vita».
Dell’esperienza di Castello Tesino e dell'ospitalità trentina Dangelo è stato «ambasciatore» a Milano e altrove.
 
 Alcune brevi note biografiche  
Sergio Dangelo nasce a Milano il 19 aprile 1932. Studia a Parigi, Bruxelles e Ginevra. Viaggia in Europa giovanissimo e, nel 1948, a Zandvliet, fa atto di «surrealismo assoluto».
Gli sono fari guida il padre Alberto, la cui biblioteca è ricca in letteratura «europea», André Breton, Charles Estienne, Théodore Koenig, Thelonious Monk, e i protagonisti del dopoguerra, i Cobra, i Vorticisti, gli informali.
Partecipa, negli anni Cinquanta, all’avventura del terzo convoglio surrealista.
Da Ennio Tomiolo, suo maestro, apprende che la pittura non è «carriera né missione»; da Gianni Dova, Roberto Crippa e Cesare Peverelli il «muovere veloce della mano», da Max Ernst che «si può dipingere sognando».
È l’ideatore e l’animatore di «Arte Nucleare» movimento determinante per lo sviluppo dell’arte europea contemporanea.
 
La sua prima esposizione, con i celebri quadri «nucleari», è del 1951 nella prima Galleria San Fedele di Milano. Da allora sono numerose le mostre in galleria d’avanguardia (650 personali, 1.600 collettive) e gli inviti di Musei.
Parallelamente all’attività di pittore e scrittore, realizza ceramiche a gran fuoco, oggetti (Hand-mades) dipinti su lamiera smaltata, litografie, acqueforti, illustrazioni per testi poetici, organizza esposizioni divulgative dell’idea surrealista.
Centocinquantasette sue opere sono in 43 musei dei cinque continenti.
Lascia un ricordo indelebile in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

Daniela Larentis – [email protected]

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