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Antonello Serra, nuova mostra a Pergine – Di Daniela Larentis

«L’arte contemporanea nelle Tre Venezie», a cura di Maurizio Scudiero, verrà inaugurata il 14 maggio a Palazzo Crivelli – L’intervista

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Antonello Serra, Civiltà invisibili, 2020.
 
Il 14 maggio alle ore 18.00 verrà inaugurata a Pergine, Trento, «L’arte contemporanea nelle Tre Venezie», la nuova mostra di Antonello Serra curata dal critico d’arte Maurizio Scudiero, con allestimento di Nicola Cicchelli.
Sarà visitabile fino al 5 giugno 2022, nella splendida ambientazione di Palazzo Crivelli (che apre per la prima volta al pubblico in occasione di questo importante evento).
Si tratta di un progetto ideato da Antonello Serra con il sostegno dell'assessorato alla cultura del Comune di Pergine, impreziosito da un esaustivo catalogo.
 
Sottolinea l’Assessore alla Cultura del Comune di Pergine Morgan Betti, in un passo del suo intervento critico: «L’iniziativa, che vede la luce grazie alla mente intraprendente di Antonello Serra, vuole identificarsi come una sorta di interscambio culturale tra regioni, con 10 artisti provenienti da Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia, strutturati in team territoriali, con ognuno il suo critico d’arte di riferimento.
«Mi si permetta a tal proposito di ringraziare l’ideatore del target, quel Maurizio Scudiero - notevolissimo talento della critica riferita all’arte - che da decenni ha saputo contraddistinguersi in Italia per la capacità di uscire dai canoni ordinari e spostare l’osservazione di massa verso stili, prospettive e modi di pensare in continua evoluzione.
Ed è seguendo questo filone di pensiero che viene strutturata la mostra, come manifestazione culturale che – seguendo una sorta di principio di sussidiarietà – vuole avvicinarsi al fruitore medio, allontanandosi dai grandi centri ed arricchendosi dell’estro genuino di artisti fortemente legati al territorio di appartenenza.»
 
Antonello Serra, artista sardo di adozione trentina, è molto apprezzato sia in Italia che all’estero. I suoi primi approcci con la pittura risalgono a una trentina di anni fa, quando nel lontano 1987 iniziò il suo percorso artistico riproducendo opere di grandi pittori, fra i quali De Chirico e poi Salvador Dalì, il suo grande maestro ispiratore.
La sua avventura pittorica prese il via a Usellus, paese natale in provincia di Oristano, da dove partì pieno di sogni e di speranze. In più di trent’anni di attività conta al suo attivo numerose e importanti mostre, sia collettive che personali, in diverse città italiane e estere tra cui, Roma, Milano, Cremona, Pisa, Venezia, Cagliari, Alghero, Oristano, Treviso, Napoli, Udine, Arezzo, Bologna, Bolzano, Berlino, Lisbona, Belgrado, Barcellona, Lugano e tante altre.
 

Guido Airoldi, Heimat, 2022.
 
Nel corso degli anni ha dato vita a diversi cicli pittorici come «Arrastus», «Infrusiadas», «Tracce della memoria», «Le Grandi madri», «Le tabelle nuragiche» e «Le civiltà invisibili».
È ideatore e promotore di importanti progetti artistici, tra cui «Encuentro», «Artisti a Statuto speciale», «Arria» e «L’arte contemporanea delle Tre Venezie».
Ha collaborato artisticamente con importanti artisti nazionali e internazionali, fra cui Giuseppe Bosich.
 
Hanno scritto di lui molti curatori e critici dell’arte, da Fiorenzo Degasperi, Erica Olmetto, Giorgio Pellegrini, Paolo Sirena, Romano Perusini, Maurizio Scudiero e altri.
La sua arte è ricca di simbolismi: ogni dettaglio colpisce l’attenzione dell’osservatore, rinviando a quel mondo di tradizioni nuragiche a cui l’artista attinge con orgoglio, dando vita a opere contemporanee di grande suggestione.
La sua pittura materica presenta tonalità ricorrenti: il nero, le ocre, i verdi, gli azzurri e l’immancabile bianco, sono i colori che lui più utilizza e che meglio rappresentano le cromie naturali della sua amata Sardegna.
 
A Maurizio Scudiero era stata affidata la direzione artistica della collettiva dal titolo «Artisti a Statuto Speciale», la prestigiosa mostra allestita a Palazzo delle Albere, Trento, nel 2019 (terza edizione del progetto nato nel 2015).
Segue ora questo prestigioso progetto, sempre ideato da Antonello Serra, che vede coinvolti ben dieci artisti di diversa provenienza geografica.
Il risultato è un percorso espositivo armonioso e affascinante.
Spiega Nicola Cicchelli, rispondendo alla nostra domanda su cosa ritiene importante nell’allestire una mostra: «È importante creare un’armonia d’insieme, una sorta di racconto coerente.»
Abbiamo avuto occasione di porgere ad Antonello Serra alcune domande.
 

 
Come è nata l’idea di questa mostra?
«Dopo Artisti a statuto speciale, allestita a Trento a Palazzo delle Albere nel giugno 2019, ho voluto ripartire con un nuovo progetto coinvolgendo artisti del Triveneto.
«L’evento prende il titolo da un’idea del critico d’arte Maurizio Scudiero, curatore di L’arte contemporanea nelle Tre Venezie. L’idea mi era venuta già alcuni mesi prima della pandemia, ma poi per le cause note a tutti il progetto ha subito una brusca frenata, rimanendo chiuso in un cassetto.
«L’ho ripreso alcuni mesi fa proponendolo al giovane e impegnato assessore alla cultura Morgan Betti, che lo ha accolto con entusiasmo e interesse.»
 
Chi sono gli artisti coinvolti nel progetto?
«Il progetto coinvolge vari artisti di alto livello delle tre regioni del Triveneto. Per il Trentino Alto Adige, oltre al sottoscritto, sono presenti Mirko Demattè, Simone Turra e Mariapia Pintarelli, curatore Maurizio Scudiero; per il Veneto sono presenti Maurizio Taioli, Donatella Pasin e Guido Airoldi, curatore Matteo Vanzan; per il Friuli Venezia Giulia sono presenti Paride Rosa, Luciano Bellet e Mauro Brugnera, curatrice Alessandra Santin.»
 
C’è qualcosa che in particolare vi accomuna?
«Ognuno di noi ha un proprio modo di esprimersi ed è libero di presentare le proprie opere senza sentirsi vincolato a un tema specifico che magari non gli appartiene.»
 

Mirko Demattè, Costruzioni contemporanee.
 
Qual è il punto di forza di questa collettiva?
«Aver messo in dialogo artisti provenienti da realtà territoriali diverse.»
 
Ogni artista quante opere espone?
«Ognuno di noi espone tre opere.»
 
Può condividere un pensiero in merito all’ultimo ciclo realizzato?
«L’ultimo ciclo di opere, realizzate nel 2019, sono lavori a cui tengo particolarmente, diversi dai precedenti. Rispetto al passato ho apportato alcuni cambiamenti, ho aggiunto fra l’altro colori come il verde rame, il grigio e una tinta che si avvicina molto al color ruggine, cromie sempre legate alla mia terra d’origine.»
 
Progetti futuri?
«Molti, anche se ora mi voglio concentrare su questo progetto. L’augurio è che questo evento possa diventare un appuntamento biennale.»

Daniela Larentis - [email protected]

Paride Rosa, Crisalidi, vita e morte.

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