Patty Pravo: concerto stupendo all'Auditorium – Di Sandra Matuella
Giacca e pantaloni scuri, body di pizzo nero, un look impeccabile per una voce leggermente raffreddata, quindi ancora più profonda e suadente
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L’attesa data trentina di Patty Pravo, la biondissima dama veneziana dall’animo sempre più rock, è approdata lunedì sera al Teatro Auditorium di Trento, tappa del tour con cui la cantante festeggia i suoi primi cinquant’anni di carriera: questo evento organizzato da Fiabamusic in collaborazione con il Centro Servizi Culturali Santa Chiara, ha registrato il pienone, con almeno tre generazioni di fans.
In platea spiccavano delle vere e proprie «curve» formate da donne particolarmente coinvolte dalla classe interpretativa e dall’insuperabile presenza scenica della Nicoletta nazionale.
Giacca e pantaloni scuri, body di pizzo nero, un look impeccabile per una voce leggermente raffreddata, quindi ancora più profonda e suadente.
Patty Pravo ha presentato i brani di «Eccomi», il suo nuovo album di inediti uscito lo scorso 12 febbraio (Warner Music/1 DAY), anticipato dal singolo «Cieli immensi» presentato all’ultimo festival di Sanremo: è il suo ventiseiesimo album in studio, in cui l’artista restituisce «frammenti di storie, ricordi, silenzi, passioni, separazioni».
È un album ricco di poesia e arrangiamenti ricercati, firmato da autori di successo tra cui Tiziano Ferro e Fortunato Zampaglione, Giuliano Sangiorgi, Gianna Nannini, Emis Killa, Samuel dei Subsonica, Zibba, Rachele Bastreghi.
Sul palco con Patty Pravo c’è una band energica di sei musicisti: Michele Lombardi alle tastiere e piano, Lucio Fasino al basso, Andrea Fontana alla batteria, Stefano Cerisioli e Ivan Geronazzo alle chitarre, Gabriele Bolognesi ai fiati; direttore musicale e arrangiatore del tour è il maestro Giovanni Boscariol.
Patty Pravo propone anche «Un senso» dell’amico Vasco Rossi e due canzoni «impegnate», per fortuna senza fare nessuna facile retorica e moralismi di sorta: si tratta di «Les etrangers» del 1998, cover di «Merci bon Dieu» di Harry Belafonte, e «Where have all the flowers gone» pezzo pacifista reso celebre da Joan Baez.
Verso la metà del concerto, con il primo medley di evergreen, il pubblico si scatena e canta all’unisono con Patty Pravo «Ragazzo triste», «Il paradiso», «Pazza idea» e «Se perdo te».
Idem nel finale con «Pensiero stupendo» e con una versione ritmata stile sigla di James Bond, de «La bambola».
E su queste lussureggianti note sempreverdi, i brividi sono garantiti e, naturalmente, stupendi.
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