Trento tra continuità e innovazione – Di Daniele M. Bornancin
Questo il risultato delle elezioni comunali 2020 che hanno eletto sindaco Ianeselli
Il sindaco di Trento Franco Ianeselli e il Presidente Consiglio Paolo Piccoli.
Nel febbraio scorso questa rubrica aveva introdotto alcuni aspetti sulla preparazione delle elezioni comunali in programma per il 3 maggio, prorogate poi al 20 settembre, che hanno confermato risultati quasi scontati, con qualche novità che si ritiene utile porre all’attenzione dei nostri lettori, come contributo all’informazione, dopo la presentazione ufficiale della nuova Giunta e del Consiglio Comunale di Trento.
In quell’analisi avevo cercato di riassunte alcune questioni, ad esempio la difficoltà di trovare soluzioni politiche idonee a una più marcata partecipazione dei cittadini, ma anche all’importanza della qualità delle persone che si accingevano a candidarsi, della loro preparazione e della capacità di interpretare questa società dei cambiamenti in continua evoluzione.
Sostenevo che anche Trento avesse bisogno di un mutamento, senza personalismi e legittime ambizioni, per attivare una strategia di compartecipazione, con il concorso delle organizzazioni sociali, delle categorie economiche, del volontariato, per favorire un confronto reale e un dialogo aperto al lavoro congiunto.
Non si può dimenticare però che la legislatura appena conclusa ha visto nel patto di Centrosinistra scomposizioni e ricomposizioni, spesso come approccio per mantenere la situazione costante, per evitare fughe in avanti e l’interruzione del quinquennio stesso; con momenti di rimpasto della Giunta, sempre nella logica della continuità, nella convinzione che il moderatismo è sempre un utile ingrediente per il governo della città.
Nella stessa legislatura, oltre ai partiti storici hanno fatto capolino nuovi raggruppamenti come: Trento Futura (ex PD), Cantiere Civico Democratico (ex UPT), In Movimento (provenienze diverse).
In quella descrizione si erano messe a confronto le due candidature a sindaco di Ianeselli del Centrosinistra e Baracetti del Centrodestra, due figure nuove, considerate dagli opinionisti persone moderate, provenienti dal mondo civile.
In seguito le cose sono cambiate in particolare nel Centrodestra, dove Baracetti ha rinunciato alla candidatura ed è stato sostituito da Merler, già da anni consigliere comunale, prima per Forza Italia poi per la Civica, con una certa esperienza politica.
Questo cambiamento ha determinato qualche ritardo, proprio per l’alleanza di Centrodestra, nella composizione delle liste.
In questa tornata elettorale si sono poi viste coalizioni diverse, con una nuova delimitazione nel perimetro del Centrodestra e nuovi innesti in quello di Centrosinistra.
I cittadini, prima di entrare ai seggi, si sono trovati ben sette liste a sostegno di Ianeselli: Insieme per Trento, (con a capo il notaio Piccoli e in lista l’ex Presidente di Trentino Trasporti Baggia, accompagnati da una serie di candidati provenienti dalla società civile. Alcune persone conosciute, altre alla prima esperienza); Trento Viva (la lista voluta da Renzi dove hanno candidato esponenti di varie provenienze, dalla Civica, da In movimento e cittadini con esperienze passate in partiti storici nazionali e locali); Azione - Unione che rappresenta Calenda a livello nazionale e Dellai ex Presidente della Provincia a livello locale, che ha schierato consiglieri uscenti e qualche rientro di ex presidenti di circoscrizione e consiglieri comunali, con liberi professionisti ed operatori del sociale e dell’economia.
Le altre liste: Europa verde, che rappresenta il mondo ambientale, ecologista, di stampo europeista con il simbolo del girasole e che comprende la sinistra italiana, Volt ed è Viva. Infine PD - PSI, partiti storici, che negli anni hanno fatto da punto di riferimento per le comunità, dove sono scesi in campo assessori e consiglieri uscenti, presidenti delle circoscrizioni, persone con esperienza e rappresentanti delle varie professioni dei territori periferici e della città; (il PD nelle varie amministrative è stato sempre il primo partito); Trento futura, scesa in campo per la prima volta a livello comunale, che ha visto nella squadra un assessore uscente, (conseguenza della fuoriuscita dal PD di altri due consiglieri e un assessore, i quali già a metà legislatura avevano fondato Trento futura formata da quattro seggi).
Infine il PATT, il partito dell’autonomia, che è rimasto nuovamente nella compagine del Centrosinistra (anche se qualche esponente voleva sperimentare l’abbraccio con la Lega) e ha schierato consiglieri e assessori della Giunta Andreatta e altre persone in parte note a livello territoriale.
Certamente, con questo tipo di gruppi politici come si è visto, la gara per Ianeselli, al di là di tutto, si è da subito presentata in discesa.
Ha giocato a favore anche un programma condiviso con la gente, grazie a molti incontri pubblici e privati prima e durante la campagna elettorale.
Dal lato del Centrodestra quattro liste a sostegno del candidato Merler: Forza Italia, con candidati che si sono messi a disposizione per mostrare la nuova gestione del partito cittadino, rimanendo sempre sui valori liberali e tradizionalisti.
Una situazione d’inquietudine e di addii per la non condivisione della linea adottata dai vertici ha attraversato questo partito, già in difficoltà. Negli ultimi cinque anni questo raggruppamento era rappresentato da un solo consigliere.
Trento Unita (Merler) una realtà civica composta in sé da vari cittadini, ma con l’inserimento di ex consiglieri appartenenti allora a partiti di destra, autonomisti e del centro popolare.
A favore di Merler anche la lista della Lega, composta da un consigliere provinciale, un onorevole e dai consiglieri comunali presenti in aula negli ultimi anni.
Persone con la passione politica tipica della Lega nazionale e appoggiati dai rappresentanti della Giunta Provinciale e dalla maggioranza del Consiglio provinciale, che dal 2018 regge le sorti del Trentino.
A completamento Fratelli d’Italia, che dopo l’abbinata con Alleanza Nazionale del 2015, per la prima volta ha affrontato questa competizione in solitaria, con un buon numero di nuovi candidati e con l’eccezione di qualche ritorno, compreso l’ex consigliere di Forza Italia accasatosi in questa formazione politica.
Oltre alle rappresentanze del Centrosinistra e del Centrodestra hanno fatto la loro parte, arricchendo la situazione politica locale, altri sei candidati sindaci, scesi in campo con proprie liste e con nuovi gruppi, con prospettive in parte innovative, comunque inseribili nelle entità dei partiti minori.
Si tratta dei gruppi politici che fanno capo a Rifondazione Comunista, partito storico e sempre presente ad ogni scadenza elettorale; La Catena, gruppo spontaneo, nato per dare voce al popolo; Onda Civica nata da una scissione dei consiglieri ex 5 Stelle, con candidato Sindaco il consigliere provinciale già di 5 Stelle.
In aggiunta il Movimento 5 Stelle, rimesso a nuovo dopo i passaggi di alcuni membri ad altro partito, che si è presentato con uno schieramento di cittadine e cittadini capeggiato da una donna candidata Sindaco, caso che anche in passato si è raramente verificato.
La vera novità è però data dalla candidatura a Sindaco di un’altra figura femminile, che ha creato il raggruppamento di Si può fare, un’emanazione di Progetto Trentino allargato ad altre aree di matrice popolare legata al territorio, soprattutto ad alcune frazioni, nonché ai valori dell’autonomia, della vita, della famiglia.
Novità questa, posta saldamente al centro tra i due poli e lontana dai partiti nazionali, forse un nuovo punto di partenza per unire in futuro esperienze civiche già consolidate nei territori provinciali.
In posizione simile anche la candidatura di Marcello Carli, in un primo momento richiesto dal Centrodestra, ma alla fine promotore di un nuovo progetto d’iniziativa popolare, per una Trento inclusiva, economicamente forte, che guarda con forza al futuro.
A sostegno di questo ex consigliere provinciale tre liste: Agire per il Trentino, movimento di natura civica, in quest’occasione uscito dal Centrodestra solo a Trento dopo l’abbandono di Baracetti; Rinascimento Trento con capolista un ex consigliere comunale uscente, con delega al progetto per il rilancio del Bondone, già esponente negli ultimi anni di vari partiti del Centrosinistra.
A completare Unione dei democratici Cristiani, con lo storico simbolo Libertas della Democrazia Cristiana, rappresentato dall’ex senatore Gubert e da nuove figure del mondo sociale e del volontariato cittadino.
I dati che rispecchiano i risultati delle elezioni amministrative comunali sono: su un totale di 98 sezioni scrutinate, 60.451 le schede valide (votanti), 2.106 le non valide, 1.094 quelle bianche.
Il nuovo Consiglio Comunale di Trento.
Ianeselli, il più votato nel Comune di Trento, è diventato sindaco alla prima votazione senza ballottaggio ottenendo 31.885 voti, pari al 54,6% e in sintonia con il livello percentuale dei precedenti Sindaci: Andreatta (33.473 voti pari al 64,42%) e Pacher (42. 675 voti, pari 69,33). Il Centrosinistra è risultato vincitore, riaffermando la tradizione che si ripete da anni nel capoluogo.
Giova ricordare che i partiti che non hanno raggiunto il 3% dei voti e che non hanno acquisito nessun seggio sono: il Movimento 5 Stelle, il Movimento la Catena, Agire per il Trentino, Forza Italia, Unione dei Democratici Cristiani, Rifondazione Comunista, Si può fare, Onda Civica.
La ripartizione dei 40 seggi che compongono il Consiglio comunale per il quinquennio 2020/2025 è di seguito così definita:
Ianeselli: Europa Verde Trento 3,9% - 1 seggio; Insieme per Trento 7,9% - 4; PATT 7,8% -3 (2015 9,76% - 4); Trento Viva 5,2% - 2 (a inizio ottobre nasceva In Movimento con cinque tra consiglieri ed ex assessori dopo un precedente rimpasto di Giunta); Futura 7,7% - 3; Azione - Unione 4,4% - 2 (questi due seggi sono rappresentati da persone appartenenti all’Unione) (Azione è rimasta fuori pur essendo promotrice di tale novità); PD –PSI 18,14%- 9 (2015- 29,58% 14).
Merler: Lega 13,7% -5 seggi (2015 13,01 - 6); Trento Unita 7,6% - 3; Fratelli d’Italia 6,3% -2 (2015 con AN 1,7% -0); Rinascimento Trento 2,8% 1.
Sono stati inseriti, di diritto, i candidati sindaci: Carli, Degasperi (sostituito da Maschio) e la candidata Zanetti, oltre a Merler.
Dall’ insieme di questi dati balza subito agli occhi la scomparsa dal panorama del Consiglio comunale di Forza Italia e di 5 Stelle.
Non può passare inosservata nemmeno la perdita di un seggio del PATT (rispetto al 2015) e del PD che, pur rimanendo il primo partito perde cinque consiglieri, quasi sicuramente recuperati da Futura, Europa Verde e Trento Viva.
PATT e PD-PSI dovranno, a onor di logica, sostenere un approfondito esame al proprio interno e creare delle nuove strategie per il futuro.
Il Centrosinistra, allargato alle civiche e alle rappresentanze ambientali, è riuscito comunque a tenere e a rimanere saldamente ancorato alla gestione del nostro comune e di gran parte delle circoscrizioni, frutto di un programma al passo con i tempi.
Importante l’iniziativa pienamente azzeccata della Lista Insieme per Trento, che alla sua prima uscita conquista ben quattro seggi, pescando sia a sinistra, che dal mondo popolare, di area sociale, non esclusivamente di sinistra, con l’intento di fare politica come vero servizio alla comunità, alla gente di Trento.
Riuscirà questo Centrosinistra, insieme a quello di Rovereto aperto alle civiche, a scalzare nel 2023 la Lega dal governo della Provincia?
Questa non è solo la domanda che ognuno può porsi, ma è un desiderio dei vari rappresentanti dell’alleanza, oggi all’opposizione.
Per rispondere a questo quesito bisognerà attendere confidando che gli amministratori coinvolti facciano con convinzione un approfondito esame sul recente passato e sul futuro della politica trentina, senza usare i soliti personalismi o le gare tra i territori e la città, tra chi è più forte in una zona piuttosto che in un’altra, dal punto di vista degli storici e consumati campanilismi.
Anche la Lega, con un consigliere in meno, dovrà comprendere come recuperare nel capoluogo i voti persi, che descrivono un indicativo rallentamento e che, se inseriti in altre situazioni simili delle valli trentine, non fanno ben sperare per le prossime scadenze elettorali provinciali.
Un balzo in avanti ha fatto Fratelli d’Italia, passando da zero consiglieri nel 2015 con AN, a 2 nel 2020, si può dire che inizia a mettere le proprie radici non solo a Trento, ma in altri comuni del Trentino.
Meritano una certa attenzione i risultati ottenuti dalle liste e dai candidati sindaci Zanetti (Si può fare) e Carli per la posizione centrista e popolare, in una visione più ampia di un nuovo polo tra le due storiche aree, uno spazio in parte recuperato, che potrebbe improntarsi su un’equidistanza tra destra e sinistra, ripristinando quei valori portanti della buona amministrazione trentina, dell’operatività, dell’onestà, della chiarezza d’intenti e di una nuova visione del futuro per questa terra.
Per quanto riguarda la Giunta, nel segno della continuità, si sono scelti gli assessori in base al numero dei voti ottenuti e dei partiti rappresentati, dando quindi un minor peso nella scelta alla preparazione, alla capacità professionale, alla qualità complessiva, per un lavoro più di squadra per il bene comune.
Con questo non s’intende entrare nel merito di ogni singola scelta, ma preme evidenziare che i cittadini con queste votazioni, al di là dai risultati, anche se considerati più di continuità che d’innovazione, si aspettavano e speravano molto di più nell’attribuzione delle competenze ai nuovi e vecchi assessori.
È normale che si segua l’abitudine, considerato che i numeri sono importanti ed è molto complicato separarsi dal sistema che ha fatto la storia di molti governi, comuni e regioni.
Per aprire un’ultima parentesi è d’obbligo menzionare la mancata riuscita della candidata di Azione, non per fare dei distinguo, o per preferire una persona rispetto a un’altra (non è nel nostro stile), ma perché Azione poteva essere uno spiraglio per il futuro e per aiutare le persone non sempre propense a votare a sinistra o al centro o per passare ad altri lidi.
Una sperimentazione che è, di fatto, un potenziale nuovo partito nell’ambito del Centrosinistra.
La rappresentante di Azione, imprenditrice affermata e competente, (intervistata tempo fa dal nostro giornale) già nella direzione dei giovani industriali, di consolidata esperienza, sicuramente poteva essere una naturale interprete delle esigenze e delle difficoltà del sistema produttivo del Comune di Trento; essendo poi anche donna, un suo inserimento, in qualità di figura tecnica, poteva qualificare meglio il sistema politico locale.
Questa parentesi, senza nulla togliere ai componenti della nuova Giunta, nel rispetto del messaggio giunto da più parti, vale a dire che alzare la qualità del sistema produttivo di Trento, non è solo la sfida del domani, ma è l’obiettivo dell’operare di oggi.
In chiusura, dei quaranta consiglieri che compongono il nuovo consiglio, diciassette provengono dalle ultime legislature, quattro sono i rientri e diciotto new entry; ecco perché è naturale asserire che la politica del Comune è e sarà più di continuità che d’innovazione.
Comunque sia, desidero far pervenire, anche a nome della Direzione e dei collaboratori dell’Adigetto.it, un sincero augurio di buon lavoro a tutti i Consiglieri, al Presidente del Consiglio e al Sindaco.
A cura di Bornancin Daniele Maurizio
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