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Una nuova Start up per dispositivi medici – Di M. D. Bornancin

ONEBra Srl: un’iniziativa che ha preso vita negli ambienti universitari del trentino

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In un settore come quello Biomedico e delle Biotecnologie, l’innovazione, la ricerca e la sperimentazione sono le fondamenta di ogni nuovo progetto.
Se poi nel territorio trentino, oltre all’Università, ai primi posti nelle classifiche nazionali, operano da anni centri d’interesse internazionale, come: Trentino Sviluppo e Progetto Manifattura di Rovereto, qualche concreta possibilità in più per i giovani laureati è una certezza.
È il caso di ONEBra Srl con sede a Trento e centro operativo a Verona. Una Start Up a maggioranza femminile, ideata e promossa da Sofia Santi insieme ad altri tre giovani laureati: Silvia Chiera, Giulia Faoro e Danilo Tomasoni che hanno voluto cimentarsi, con passione e determinazione nella nascita di una nuova piccola impresa tecnico scientifica e produttiva che già nei primi mesi di attività, ha dato ottimi risultati.
 
Responsabile del gruppo e dell’iniziativa stessa è Sofia Santi, Ceo di ONEBra, con un dottorato in Ingegneria dei materiali, con otto anni di esperienza nel campo dei biomateriali e ricercatrice di materiali ecosostenibili.
Ho incontrato Sofia per meglio comprendere ONEBra, che da uno studio e da una ricerca ne è scaturita un’opportunità produttiva e commerciale in un settore in continua evoluzione come è quello biomedicale e delle tecnologie per la cura delle persone.
Ecco come ha risposto Sofia alle domande che hanno caratterizzato il nostro incontro.
 

 
Com’è nata questa Start Up e perché in questo settore?
«È nata da un’esperienza diretta da un bisogno personale di mia mamma che è stata operata per una rimozione di un tumore al seno, con un intervento di mastectomia circa 3 anni fa.
«Dopo l’operazione presentava un problema di asimmetria ai seni e non riusciva a trovare una soluzione soddisfacente. Questo perché ogni risultato deve essere perfettamente adeguato alla persona, dove la diversità è sinonimo di unicità.
«Dopo vari tentativi abbiamo creato un dispositivo di utilizzo medico, costituito da coppe personalizzate realizzate con tecnologie 3D e con materiali innovativi, poste all’interno del reggiseno. Un prodotto confortevole, pensato per tutte quelle donne che, a seguito di operazioni, presentano asimmetrie ai seni.
«Devo aggiungere che durante lo stato di avanzamento del progetto abbiamo saputo dell’esistenza di molte lacune a livello sociale e d’informazione medica, che hanno rafforzato ancora di più la nostra motivazione nel trasformare l’idea e il progetto in una Start Up.
«Per questo motivo l’obiettivo è inoltre quello di comunicare informazione e formazione a sostegno di tutte quelle donne che sono state colpite da tumore al seno.
«A Trento, in quel periodo, era nato un programma per le nuove Start Up, appunto per trasformare realtà scientifiche sperimentali in realtà operative, partendo dalle idee.
Il programma, gestito da Trentino Sviluppo, prevedeva appositi aiuti per creare nuove Start Up, ciò per promuovere l’imprenditoria femminile e giovanile.
«Dopo un lavoro durato mesi, il progetto è stato esaminato da enti pubblici, da banche, da Trentino Sviluppo, e infine da potenziali investitori.
«ONEBra nell’ambito del programma Trentino Start Up Valley è stata premiata con un iniziale finanziamento per giungere a un progetto e a un piano economico finanziario e poter così avviare quest’unità aziendale.
«ONEBra è una Società a responsabilità limitata ora operativa nell’ambiente artigianale dell’industria intelligente e a guidarla, insieme a me con convinzione e tanta voglia di fare ci sono:

✔    Silvia Schiera, dottoressa in ingegneria dei materiali, esperta ricercatrice POST DOC in tecnologie biomediche, persona espansiva e scrupolosa;
✔    Giulia Faoro che segue i temi E–Commerce, capace di costruire collegamenti duraturi e solidi con partner, fornitori, associazioni femminili e persone interessate;
✔    Danilo Tomasoni, esperto in Bioinformatica e computer science, dinamico e altruista che si occupa della parte tecnologica, dei sistemi informatici e d’intelligenza artificiale.

«Un gruppo solido pieno di entusiasmo e determinazione che procede nel lavoro con criteri di massima condivisione e interscambiabilità dei ruoli di ognuno, con una visione di unità e di quel quotidiano metodo di operare insieme che porta solo vantaggi all’iniziativa stessa.»
 

 
Come si è sviluppato il progetto?
«L’iniziativa ha preso vita in Trentino, luogo, dove si trovano risorse accessibili ai giovani che vogliono investire le proprie conoscenze e capacità per sviluppare un’idea imprenditoriale.
«Noi attuatori del progetto, siamo un gruppo eterogeneo di giovani tra i trenta e i trentacinque anni, con competenze e studi che s’incastrano in un rapporto di complementarietà.
«Alla fine del programma di Trentino Sviluppo era prevista una giornata chiamata Investor Day o giornata di incontro con Investitori, coinvolti nell’applicazione di nuove tecnologie nel sistema produttivo.
«In tale occasione siamo entrati in contatto con il nostro attuale partner, “La cura sono io” di Verona che ci ha supportato sul piano comunicativo e produttivo per l’applicazione e predisposizione del nostro prodotto sul mercato che gode già di un brevetto depositato a dicembre 2022.
«Siamo sempre in costante aggiornamento circa le statistiche e i bisogni delle donne colpite da tumore al seno. Ad oggi, i dati riportano ancora che l’80% del mondo presenta problematiche di asimmetria dei seni, il 16% dell’asimmetria è causata da interventi di mastectomia e il 50% delle donne sottoposte a tale operazione dice no alla ricostruzione dei seni, perché dolorosa, prediligendo l’utilizzo di protesi.
«Come dicevo, il progetto ONEBra ha anche lo scopo di comunicare informazione e formazione a sostegno di tutte quelle donne che sono state colpite da tumore al seno.
«Tra le interviste ad esperti del settore che abbiamo riportato sul nostro sito (www.onebra.it) ve ne sono alcune di grande interesse, quali ad esempio, i cambiamenti della pelle dopo trattamenti di radioterapia, chemioterapia, immunoterapia e per l’uso di farmaci, e quali consigli seguire per trattarla e prevenire eventuali disfunzioni e fastidi della pelle.
«La nostra missione si racchiude nell’aiutare le donne a ritrovare un confort anche psicologico, creare consapevolezza e creare fiducia nelle persone interessate.»
 
Il vostro piano di sviluppo della ricerca e della produzione come proseguirà?
«In questo periodo si sta concludendo la procedura per l’ottenimento della certificazione del prodotto come dispositivo medico.
«Per arrivare all’ottenimento della certificazione abbiamo avuto la collaborazione spontanea di donne operate al seno attraverso delle Associazioni di volontariato di Trento, Milano, Pavia, Verona, Belluno, tra queste le ADOS di Pavia e di Feltre.
«Donne che hanno voluto, dopo la presentazione di questa invenzione, testare il nostro prodotto e i risultati sono per loro stati molto soddisfacenti.
«Diciamo che grazie al loro contributo, alle loro valutazioni, riusciremo ad ottenere la certificazione a dimostrazione della qualità del nostro prodotto. In quanto dispositivo medico si potrà ottenere la possibilità della detrazione dei costi nella dichiarazione dei redditi della persona (730).
«Inoltre ci stiamo impegnando nell’allestimento di un processo produttivo semi-automatizzato che ci permetterà di far fronte a tutte le richieste in modo rapido ed efficiente, approccio del tutto nuovo per un prodotto personalizzato.
«L’efficienza è garantita anche dal coinvolgimento di partner di stampa 3D, quali ad esempio la Prom Facility di Rovereto, laboratorio di prototipazione rapida a stampa 3D del Polo Meccatronica, anche quest’azienda emanazione di una Start Up, dove sono stampati, testati e validati i nuovi materiali e i nuovi prototipi. Questa è la procedura indispensabile per entrare nel mercato.
«La stampa a 3D aiuta a creare dei prototipi funzionanti in breve tempo e permette di personalizzare il prodotto ottenendo una migliore qualità. Si tratta di una produzione adattiva che può dare la possibilità di realizzare prodotti di qualità e ottenere dispositivi medici che si adattino al corpo della persona.»
 

 
«Grazie alla ricerca effettuata e alla stampa 3D viene reso meno gravoso il percorso di cura post-intervento. Permette a ogni donna di “ritrovarsi” durante il periodo della malattia.
«La stampa 3D garantisce la personalizzazione del prototipo con un processo di scansione e un programma di modellazione, dove non vi sono sprechi e si ottiene un riciclo diretto di gran parte del materiale di stampa con un sistema di accuratezza mirata.
«Da un’indagine realizzata sul nostro prodotto, di donne tra i 35 e gli 87 anni, le valutazioni sul materiale e sul rivestimento delle coppe hanno dato per il 90% risultati positivi.
«Il nostro metodo di lavoro e produzione è basato sulla verifica e valutazione delle necessità della persona, caso per caso, da ciò l’adeguata personalizzazione.
«Da parte nostra garantiamo la cura del cliente a 360 gradi, la privacy, la sostenibilità e la riciclabilità.
«In previsione verranno messi a disposizione due modelli basici di reggiseno in tre varianti colore. Per il prossimo anno è in corso una ricerca per lanciare sul mercato coppe inserite in bra sportivo e in costume da bagno per così soddisfare le varie esigenze delle donne.
«Le previsioni sono di partire con questi prodotti considerati di nuova generazione, con il potenziale mercato italiano entro il 2024, per poi espandersi in altri paesi europei.»
 

 
Dopo l’ottenimento della certificazione del dispositivo medico, con brevetto depositato, vi è in programma un piano d’informazione e sviluppo di questo nuovo prodotto?
«La continua collaborazione con le varie associazioni, sarà d’aiuto per promuovere e far conoscere le caratteristiche e funzionalità del prodotto e ad informare in modo completo le persone interessate.
«Queste associazioni e gruppi nascono solitamente all’interno e in stretto contatto con gli ospedali, quindi con il supporto medico. Ecco perché queste organizzazioni sono gli interlocutori più appropriati e sono il punto di riferimento delle donne operate. Un canale che non intendiamo sottovalutare, ma che ci darà la facoltà di crescere insieme nella nostra nuova attività.
«Partecipiamo inoltre agli eventi promossi da organizzazioni a livello nazionale ad esempio, in occasione dell’incontro promosso in ottobre scorso dalla Lega Italiana contro i tumori, è stato intervistato il nostro Tomasoni Danilo (ricercatore d’informatica applicata alla biologia e alla medicina), e socio della Start Up che ha spiegato il progetto di ONEBra.»
 
Secondo l’esperienza maturata con questa iniziativa, ritiene importante per i giovani il sistema delle Start Up?
«Questa è una scelta che i giovani possono valutare come nuova opportunità, nell’insieme delle varie tipologie di scelte e possibilità professionali e lavorative esistenti.
«Non è una scelta da prendere alla leggera, bisogna credere nel progetto, avere passione e trovare persone preparate e disponibili, con una condivisione e compartecipazione nei programmi attuativi e nei valori fondanti.
«Certo: volontà, tenacia e determinazione, con tanta voglia di fare, sono gli ingredienti per superare le difficoltà che s’incontreranno e cercare di operare per migliorare il futuro della comunità.»
 
In conclusione, devo riconoscere che questo incontro con Sofia Santi, mi porta a considerare che questa intervista non sia il solito modo di raccontare quello che sta accadendo, ma è riconoscere la capacità di questi quattro giovani che accettano la sfida del mondo imprenditoriale con entusiasmo, forza e volontà per lasciare un segno concreto nel territorio trentino e a favore della comunità.
Complimenti e un grazie per avermi dato l’opportunità di conoscere questa vostra Start Up con un augurio di tanti successi e di buon lavoro a tutti voi.

A cura di Daniele Maurizio Bornancin – [email protected]

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