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Intervista a Enzo Da Costa – Di Paolo Farinati

L’artista Da Costa omaggia il grande Fortunato Depero nella sua amata Rovereto

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Tra qualche giorno Rovereto si arricchirà di una nuova opera artistica, che darà ulteriore colore al Giardino delle Essenze, luogo assai originale posto lungo il centralissimo Corso Rosmini tra Palazzo Balista al Frassem e il Palazzo delle Poste.
Ma chi ne è l'autore? È Enzo Da Costa, noto pittore cittadino che da qualche tempo si dedica anche allo studio e alla realizzazione di sculture.
Abbiamo il grande piacere di incontrarlo e di scambiare qualche parola con lui.
 

Enzo Da Costa con la Sindaca Giulia Robol, Franco Galli e Luigi Campostrini del Comune di Rovereto.
 
Caro Enzo, stupendi 82 anni i tuoi, che dire effervescenti è raccontare ben poco di te. La tua mente artistica è sempre in continuo movimento. Pensare e creare è un motto che ti si addice moltissimo. Ma raccontaci di questa tua nuova opera.
«L'ho pensata a lungo, da anni ho il desiderio di omaggiare Fortunato Depero, che considero un genio dell'arte, una mente visionaria e poliedrica. Così questa mia particolare creazione l'ho chiamata per l’appunto Omaggio a Depero».
 
Ma tu sei partito da giovanissimo come pittore.
«Sì certo. Da autodidatta negli Anni '60 tramite degli amici ho avuto l'opportunità di vivere la città di Venezia, conoscere la sua eccellente Accademia delle Arti e frequentare pittori molto vicini a Vedova, come Saetti, Cadorin e i Maestri dell'Astrattismo. Un'esperienza di vita oltre che artistica molto interessante per me. Pittura figurativa secondo varie espressioni la mia. Durante il periodo scolastico delle superiori alle ITI ho avuto modo di partecipare pure ad un concorso di pittura per giovani artisti a Roma. Ho voluto studiare in particolare Caravaggio, il suo talento nel dare la luce e nel fissare la natura morta. All'inizio del 2000 ho sperimento varie tecniche fino all'iperrealismo e ho aperto più mostre a Rovereto e anche fuori provincia.
«Ad un certo punto mi ha affascinato la scultura metallica e nel 2002 in Sala Baldessari di Rovereto espongo un bozzetto in polistirolo ispirato al Libro imbullonato di Fortunato Depero. Per molti aspetti un’ispirazione che mi ha coinvolto molto. L'opera che tra non molto sarà visibile in città è stata presentata al Comune di Rovereto, grazie alla collaborazione con la Pro Loco cittadina e ha ottenuto il sostegno della ditta di Mauro Giacca di Trento e delle Officine Fratelli Galli di Rovereto.
«La stessa Sindaca Giulia Robol ha avuto modo di vedere e di apprezzare questa mia scultura metallica. Ringrazio vivamente tutti. Sarà, quindi, una nostra donazione alla Città di Rovereto in segno di ammirazione e di gratitudine verso Fortunato Depero. Ribadisco che Depero è stato e rimarrà per sempre un genio artistico, il suo uso del colore è unico, l'abbinamento che ne fa con le forme più varie è alla base del Futurismo, è il manifesto della modernità: la geometria deperiana è la geometricità futurista.»
 

 
Rovereto è da molto tempo anche «Città dell'Arte», citiamo solo Depero, Belli, Baldessari, il MART e l'Istituto Artistico «Fortunato Depero», che ne confermano ulteriormente questa fondamentale riconosciuta vocazione. Cosa ne pensi?
«Sono assolutamente d’accordo. Aggiungo che la scultura metallica Omaggio a Depero ha richiesta molte abilità professionali e tecniche di vari operatori delle Officine Fratelli Galli, che ringrazio di cuore per la loro indispensabile, fattiva e preziosa collaborazione. Con loro, ma in particolare con Franco Galli e Mauro Giacca si è creato un sincero rapporto tra amici appassionati di arte».
 
E nel tuo futuro cosa ci sarà?
«In futuro continuerò con la pittura, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo e di diverso che mi gratifichi. Pittura e scultura all'unisono, da mettere in primis a disposizione della mia amata Rovereto e dei miei concittadini».
 
Carissimo Enzo, vivissimi complimenti, per aver voluto mettere la tua vena artistica a disposizione di un prezioso gioco di squadra.
Non vediamo l'ora di ammirare in Città quest'ultima tua originalissima opera.
Sono più che certo che lo stesso Fortunato Depero ne sarebbe meravigliato, entusiasta e felice.

Paolo Farinati - [email protected]


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