Il paradosso di un vino novello tagliato con vino d'annata
Il vino novello trentino di teroldego è particolarmente gradevole. Anche perché contiene parte di teroldego d'annata…
Qualche giorno fa ci è giunta
notizia per cui il vino «novello di teroldego» sarebbe tagliato
anche fino al 30% di teroldego d'annata.
La cosa ci è parsa paradossale, primo perché un vino novello e un
vino d'annata non dovrebbero stare insieme per definizione, secondo
perché i prezzi sono (o dovrebbero essere) distanti.
La logica, per contro, non fa una piega. Il gusto mette insieme la
freschezza del vino acerbo ottenuto con la macerazione carbonica
con il retrogusto persistente e piacevole del vino a struttura
consolidata.
Inoltre, le malelingue dicono che questo sia il metodo migliore per
vendere le giacenze di vino rimaste invendute. Ma anche questo non
sarebbe un principio sbagliato, perché risponderebbe a evidenti
esigenze di economia.
Fatto sta che quando siamo andati alla presentazione dei dati sulla
vendemmia del vino trentino, abbiamo chiesto conferma di quanto
sopra.
«Il vino novello - ha risposto Giacomoni, presidente del Consorzio
vini del Trentino - non ha un suo disciplinare. Questo è stato
forse un errore, ma certamente in Italia non esistono né una zona
tipica né un vino significativo come il Beaujolais francese.»
Il che in qualche modo conferma la notizia. Dunque il nostro vino
novello, o quantomeno il novello di teroldego, risulta migliore di
altri novelli per la semplice ragione che proprio novello al 100
percento non lo è.
«Ce diable d'italien!» direbbero i Francesi, diavolo d'un
italiano.
Commenti (0 inviato)
Invia il tuo commento