Il salvagente a quei fenomeni vaccinali
Ungheria e Slovacchia hanno dato il via alle vaccinazioni con un giorno di anticipo. E il membro slovacco della Commissione anti-covid si è vaccinato per primo
Il presidente dell’Ungheria Viktor Orban ha anticipato di un giorno la somministrazione del vaccino nel suo paese, tradendo l’accordo che era stato preso tra gli stati europei.
Poco dopo, lo ha fatto anche la presidentessa slovacca Čaputová.
Ursula von der Leyen voleva che non ci fosse un paese privilegiato rispetto agli altri e aveva chiesto (e, a parole, ottenuto) che si partisse tutti insieme stamattina.
Ma Orban non ce l’ha fatta ad aspettare. E, ingordo come è, ha dato il via un giorno prima.
Il Papa aveva invitato i fedeli a vaccinare prima i poveri, cosa che - per quanto condivisibile in termini umanitari – non ha alcuna valenza medica.
Prima vanno vaccinati gli operatori sanitari, i più esposti e indispensabili a sconfiggere il virus sul campo.
Poi vanno vaccinate le persone più a rischio, vale a dire gli anziani, le persone con malattie pregresse, ecc.
Anche la Slovacchia, dopo l'Ungheria, ha iniziato a distribuire il vaccino oves et boves in anticipo sulla data concordata. E, già che c'era, il primo vaccinato è stato Vladimir Krcmery, membro della commissione governativa sulla pandemia.
Forse Krcmery era terrorizzato dall’idea di morire anzitempo e, alla faccia degli aventi diritto, ha voluto essere il primo a vaccinarsi.
Chapeau!
Era dallo scorso aprile che non tiravamo fuori il salvagente, pensando che in momenti come questi ognuno ha diritto di esprimersi per quello che è.
Ma di fronte a quel fenomeno di Orban, della Čaputová e dell'ineffabile Krcmery, il salvagente dobbiamo gettarlo per non annegare in questo mare di cazzate.
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