Ed eccoci qui a gettare il salvagente ai «monatti»
Una collega sta chiusa in casa col Covid. Non riceve la visita dei medici, ma le arriva la multa perché «non era in casa in quarantena»
Che la pandemia abbia sconvolto un po’ tutte le prassi, è comprensibile. I modelli precedenti risalgono alla Spagnola di 100 anni fa, quando la medicina era lontana anni luce dalle conoscenze di oggi. Eppure, certi paradossi potrebbero essere evitati. Basterebbe usare il buonsenso.
È capitato a una nostra collega giornalista.
Risultata positiva al tampone è costretta a stare in casa, per curarsi e per evitare di diffondere il virus. E così ha fatto.
Purtroppo hanno dovuto stare a casa da scuola anche le figliolette. Ma queste sono le regole, che vanno rispettate.
Il medico tuttavia non si è fatto vedere e alla collega non è rimasto altro da fare quello che la stampa riporta. Aspirine? Tachipirine? Vitamina C? Altre medicine per combattere sintomi dolorosi?
Nel frattempo però qualche altra iniziativa si è fatta avanti.
I vigili urbani di Trento hanno voluto verificare se la nostra collega fosse in casa e, non avendola trovata, le hanno elevato la multa di 400 euro. E, ovviamente gliela hanno notificata.
Ovviamente ci sono mille spiegazioni per cui la collega non ha sentito il campanello o quant’altro. Di sicuro ricorrerà al Giudice di Pace, ma resta l’assurdo di come si sia sentita tra due fuochi. La sanità non si fa viva, ma il braccio secolare sì.
Insomma, con tutto il rispetto che il nostro giornale ha sempre dimostrato nei confronti degli operatori impegnati a fronteggiare la pandemia, ci troviamo costretti a gettare il salvagente a «monatti» affinché non anneghino in questo mare di ca…volate.
Chi sono i monatti in questione? Non facciamo nomi, ma siamo certi che qualcuno si riconoscerà nelle figure manzoniane ai tempi della peste.
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