Il salvagente a chi non riporta in Italia Girone e Latorre
Dopo tre anni e l’ennesimo rinvio della Corte di giustizia indiana, per l'Italia i due marò sono a tutti gli effetti degli ostaggi di serie B
Quando i familiari di Giovanni Lo Porto (il cooperatore italiano ucciso per errore da un drone della CIA) si sono lamentati che per il nostro Paese esistono ostaggi di serie A e ostaggi di serie B, abbiamo accettato l’affermazione con il sentimento ispirato dalla pietas latina: in questi momenti è tutto lecito quello che i familiari dicono sulle spoglie di un congiunto caduto.
In realtà non abbiamo mezzi né metodi per stabilire se sia stato fatto tutto il possibile o se sia stato commesso qualche errore.
Di certo lo Stato Italiano non riconosce ostaggi di serie A e di serie B. Questo non lo diciamo perché siano filo governativi, ma perché abbiamo visto all’opera la struttura del nostro Paese.
Ciò premesso, però, un’eccezione dobbiamo farla.
L’altro giorno la Corte Indiana ha rinviato per l’ennesima volta l’udienza del procedimento che deve stabilire che tipo di reato abbiano commesso i due marò Girone e Latorre nella vicenda Enrica Lexie.
Come si sa, sono passati più di tre anni da quando i due militari di marina sono stati fermati illecitamente e sottoposti a procedimenti restrittivi contro ogni regola del diritto internazionale, riconosciuto anche dalla stessa India che l'ha violato.
I due connazionali sono quindi ostaggio di uno stato che si predica civile ma che nei fatti di diritto non riesce a decidere nulla, neppure se e come giudicare i due italiani trattenuti.
Noi speravamo fin dall'inizio in una mossa di forza, tanto vero che quando il ministro Terzi decise di non far tornare in India i due marò arrivati in Italia per il Natale 2012 su concessione della Corte Indiana, avevamo applaudito alla mossa della Farnesina.
Poi, però, quando il presidente del Consiglio Monti decise pragmaticamente di rimandarli in esilio, siamo rimasti basiti e tuttora quella decisione ci appare come l’esempio di quanto lo Stato Italiano consideri poco i propri connazionali in divisa.
Dopo che ci siamo bruciati l’unica possibilità di riportarli in Italia senza colpo ferire (non li faranno mai più tornare in Italia insieme), non resta che una prova di forza.
Francamente crediamo però che non verrà mai messo in atto nulla del genere.
L'Italia (e ancor più l'Europa) è tecnicamente attrezzata, ma moralmente non è in grado di assumere alcuna decisione che vada più in là di deboli prese di posizione o accademiche enunciazioni di principio.
Magari ci sbagliamo (non chiediamo di meglio), ma al momento non possiamo che prendere atto che nel nostro Paese ci sono effettivamente ostaggi di serie A e ostaggi di serie B.
Gettiamo il salvagente a chi non fa nulla per riportarli a casa, anche se ad averne bisogno reale sarebbero proprio i nostri fanti di marina, abbandonati in questo mare di cavolate.
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