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Il salvagente all’estate 2010, quella dei record

Secondo i soliti esperti, dovrebbe essere l'estate più calda e più piovosa. E invece è anche la più litigiosa

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Se fossimo dei tuttologi, ci verrebbe da dire che questo è l'anno più litigioso mai registrato a memoria d'uomo. Così come per molti sarebbe stato il più caldo, il più piovoso, il più tutto in tutto.
Ma sappiamo che non è così. Ragionandoci un po', dobbiamo limitarci a osservare quanto sia stato litigioso, punto e basta.

Effettivamente anche il tempo ha litigato con il calendario meteo, ma non è questo l'aspetto più caratterizzante dell'estate 2010.
La litigiosità, messa a rilievo dal Questore Caldarola nel suo incontro d'addio con la stampa, sta emergendo anche nella nostra città: calano i delitti, mentre le denunce per futili motivi stanno triplicando.

In questa sede non vogliamo parlare di cose serie, come gli attentati fatti dai talebani in un Pakistan piegato dalle alluvioni, né tantomeno delle uccisioni di soccorritori infedeli.
Questi non sono argomenti sui quali scherzare.

La madre di tutte le litigate dell'estate è stata fino a ieri quella scoppiata tra Berlusconi e Fini, dove i due cofondatori del PDL si sono trovati di fronte alla separazione e a due passi dal divorzio.
Poi però il podio è stato scalzato di diritto dai due ginecologi che a Messina hanno litigato in sala parto prendendosi a spintoni, pugni e calcioni, anziché dedicarsi alla partoriente. Loro sono stati solo sospesi dal servizio, mentre mamma e piccolo stanno rischiato la vita.

Altri due fatti internazionali fanno pensare che non ci sia limite alla realtà umana.
Parliamo dei minatori in Perù, rimasti intrappolati a 700 metri di profondità in una camera di sicurezza di una miniera d'oro, e dell'ingorgo finale che si è verificato in Cina una decina di giorni fa.
I minatori verranno portati alla luce entro Natale. Gli automobilisti saranno liberati entro due mesi.
Ci domandiamo cosa può succedere se i primi dovessero cominciare a litigare, mentre sui secondi preferiamo non esprimerci…

A livello locale, il capolavoro l'ha fatto la Lega, che si è incazzata con la Provincia sui risarcimenti di Piné, prima ancora che la situazione di emergenza rientrasse del tutto.
Ma in politica l'estate ha sempre giocato brutti scherzi.
Adesso poi, che si è entrati anche in campagna elettorale per le Comunità di Valle, staremo a vedere se l'occasione sarà buona per fare scricchiolare coalizioni politiche che risalgono negli anni.

Sempre restando a casa nostra, abbiamo assistito alla litigata tra i vinicoli dell'Alto Adige e del Trentino. Li abbiamo paragonati ai «galletti dei Promessi Sposi», quelli che Renzo Tramaglino aveva portato all'Azzeccagarbugli. Mentre stavano andando in padella, si preoccupavano di beccarsi tra di loro.
A proposito di vino, Cavit e Mezzacorona stanno litigando sulla cantina La-Vis (unica forse che non ha voglia di litigare).

Ma perfino una scuola di danza locale ha attaccato un'altra scuola di danza locale per la semplice ragione che quest'ultima ha voluto usare il termine Trentino Danza.
«Mica ha il monopolio!»
Certo che no, ma la regola vuole che il nome sia un diritto di chi l'ha inventato. Quindi potrà usare anche l'aggettivo trentino per qualificare qualsiasi altro nome diverso da Danza.

Jurka è stata l'orsa più litigiosa della colonia plantigrada del Trentino.
In realtà si è solo comportata da orso, ma gli umani si aspettavano da lei un comportamento più urbano. Fatto sta che è stata relegata in un recinto di meno di mezzo ettaro, in attesa di una sistemazione migliore.
Sistemazione che è stata recentemente individuata presso una fondazione tedesca la quale, una volta accolta l'orsa nel proprio recinto (non poi tanto più grande, ma certamente più sovraffollata), non ha trovato di meglio che accusare la nostra Amministrazione provinciale di aver maltrattato il plantigrado tenendolo in cattività in uno spazio ristretto.
Poiché non vogliamo passare da litigiosi anche noi, non facciamo alcun riferimento all'uccisione dell'orso trentino scappato in Baviera.

Infine parliamo di giornalisti, ricordando i colleghi Rizzo e Stella del Corriere, che per qualche strana ragione si sono accaniti contro i privilegi del Trentino.
A livello più locale, non ci è sfuggita la collega dell'Adige che ha impiegato mezza pagina per vendicarsi di Mauro Marcantoni, reo di essersi dimesso polemicamente da una consulenza provinciale in seguito a un articolo scritto da suo giornale.

L'estate non è finita, quindi aspettiamo a mettere la parola fine.

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