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Desideriamo premettere che il
diritto di sciopero è sacrosanto esattamente come lo è quello di
esprimere la propria opinione.
Un sindacato dei dipendenti pubblici ha indetto oggi una
manifestazione di protesta contro la Provincia autonoma di Trento
per chiedere che venga rinnovato il contratto di lavoro.
Per la precisione, è sceso in piazza per chiedere al presidente
della Provincia Dellai che ricorra contro il Governo per ottenere
l'«autonomia» nei contratti di lavoro del pubblico impiego.
Come si ricorderà, infatti, la Finanziaria del Governo ha imposto,
tra le altre iniziative, il blocco dei contratti. Non sappiamo se
sia un'iniziativa giusta, ma quantomeno va annotato che è sempre
meglio non ricevere un aumento piuttosto che dover sborsare
quattrini.
Ma il punto non sta nel merito, quanto nel fatto che si tratta
della legge finanziaria dello Stato.
La Corte costituzionale ha però più volte (al punto da poter essere
ormai assodato nella giurisprudenza) precisato che in tema di
finanziaria dello Stato l'Autonomia non può dire nulla.
Secondo lo Statuto d'autonomia, i Trentini devono pagare le tasse
come in tutto il resto del Paese e ricevere dallo Stato la
restituzione del 90% delle imposte a Roma.
Insomma possiamo decidere cosa fare delle uscite, ma non cosa fare
delle entrate.
Il fatto che tale decisione di non rinnovare i contratti sia stata
presa con la Legge Finanziaria taglia la testa al toro. Così è, se
ci pare.
Per contro, la Provincia ha in qualche modo aggirato l'ostacolo,
stanziando qualcosa poco meno di 80 milioni in tre anni da
distribuire ai propri dipendenti con la formula del «fondo
straordinario per la riorganizzazione e l'efficienza gestionale»
(vedi
nostro articolo specifico).
Noi non siamo troppo sicuri che questa formula sia accettabile
dallo Stato, perché comunque la si voglia vedere porta con sé
qualcosa che stride con il clima di austerità imposto al resto del
Paese.
L'Assessore provinciale al personale, Mauro Gilmozzi, ci ha
assicurato che lo Stato non avrà nulla da obiettare. Tanto meglio
per tutti.
Oggi, tuttavia, la protesta è scesa in piazza per insistere sulla
necessità di ricorrere alla Corte Costituzionale per
ottenere la deroga da parte della Provincia
E il presidente Dellai, nel corso della conferenza stampa del
venerdì, è stato preciso con i giornalisti: il ricorso non si
farà.
«Conoscendo la risposta a priori - ha detto, - per cui la legge
finanziaria dello Stato è assolutamente vincolante, non
solo per la Provincia sarebbe una perdita di tempo, di denaro e di
immagine, ma soprattutto potrebbe inibire altri ricorsi in essere,
per i quali riteniamo di avere un piccolo margine di vittoria.»
Ma il presidente non si è fermato qui. Ha fortemente criticato il
sindacato che ha indetto lo sciopero.
«Ne abbiamo già parlato anche con quei sindacalisti - ha precisato
- e sanno esattamente per quale motivo non c'è nulla da fare.
Hanno detto bugie ai propri assistiti e hanno fatto
perdere loro i soldi del mancato lavoro per partecipare a una
protesta che sapevano a priori che non avrebbe portato da nessuna
parte.»
Insomma, semmai lo sciopero sarebbe stato da proclamare contro lo
Stato che ha varato la Finanziaria e non contro la Provincia perché
ha deciso di non ricorrere.
Come avrebbe detto anche Tremonti, «è stato come protestare
contro la pioggia».
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