Il salvagente a chi gioca al massacro pur di abbattere Berlusconi
Non importa proprio nulla a nessuno se, insieme all'acqua sporca, alla fine getteremo via anche il bambino
Il momento che sta passando il Paese
è davvero drammatico.
Ma non tanto per le difficoltà economiche ingenerate dalla crisi,
quanto piuttosto per questa gara al massacro che si è scatenata
sulla persona di Silvio Berlusconi.
Pare proprio che la guerra per strappargli la poltrona sia
assolutamente più importante dello Stato.
È ormai da qualche mese che le dichiarazioni dei leader politici
dell'opposizione (e della ex maggioranza) si è dedicata a
sputtanare il Presidente del Consiglio.
Il che potrebbe essere una questione salutare per una democrazia,
ma in questo momento risulta solo un sciacallaggio alimentato dalla
forza del branco.
Quello che conta per tutti è abbattere Berlusconi, costi quello che
costi.
Beh, un prezzo andrebbe stabilito a priori, perché in questa
maniera i danni collaterali sono eccessivi: si rischia di buttare
via quella che è ritenuta a torto o a ragione l'acqua sporca (il
presidente) insieme al bambino (lo stato).
Siamo di fronte a una campagna elettorale vera e propria, solo che
stavolta alla fine della bagarre il popolo non potrà
esprimersi.
Con l'aggravante che, comunque vadano a finire le cose, tutto
resterà come prima perché, a meno che non si vada alle elezioni
anticipate, il quadro rimarrà lo stesso: nessuno sarà in grado di
governare.
Se alcuni mesi fa ci si vergognava a riconoscersi sia nel
centrosinistra che nel centrodestra, adesso non abbiamo neanche più
i paletti per capire dove ci si sta trovando.
Tra i due poli ne è sorto un altro che è formato da ex: ex
democristiani, ex missini, ex… di cosa potrebbe essere un ex
Rutelli?
Con la prospettiva, dunque, che andando alle elezioni anticipate,
la gente sarà ancora più confusa di prima.
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