Il salvagente a una campagna elettorale fuori tempo e fuori tema
Quello che conta è che Berlusconi perda. O che vinca Poco importano le scelte dei vari candidati
Oggi l'Italia vota per le elezioni
amministrative riguardanti province e comuni, i cui più importanti
sono Milano, Torino, Bologna e Napoli.
Per la gente dovrebbe trattarsi di una scelta ponderata sulle
capacità dei propri concittadini ad amministrare i propri enti
locali, ma in realtà si tratta di un ennesimo referendum pro o
contro Berlusconi.
Siamo dunque di fronte a un'ennesima mistificazione nazionale, come
accadde quando si votò per l'Europa. Pochissimi avevano fatto un
campagna elettorale spiegando che cosa avrebbero fatto una volta
entrati nel Parlamento Europeo, avendo preferito preconizzare i
disastri che avrebbe procurato Berlusconi se avesse vinto
ancora.
Per assurdo, solo la Lega aveva affrontato un argomento per così
dire europeo: se avesse vinto, avrebbe impedito alla
Turchia di entrare a far parte della Comunità Europea.
Oggi siamo alla stessa solfa. Ai partiti ha importato poco o punto
presentare programmi per il proprio comune o per la propria
provincia: quello che conta è sconfiggere Berlusconi, il
Demone; o farlo vincere, come un dio.
Ma non basta. Anche gli argomenti presi in considerazione, sia pure
fuori tema, interessano poco o punto i grandi leader del Paese.
Non si parla di mafia, dato che questo governo sta ottenendo i
maggiori risultati di tutti i tempi.
Non si parla di rifiuti a Napoli, dato che la responsabilità è
dell'Amministrazione uscente.
Non si parla di problemi energetici, dato che nessuno sa che cosa
suggerire per i prossimi due anni.
Non si parla di «terzo polo», dato che è un'incognita per entrambe
le fazioni.
Non si parla di Libia, dato che chi l'ha voluta è super
partes.
Ma il meglio lo avremo dopo, cioè a risultati proclamati.
Non ci sarà nessuno disponibile a riconoscere la sconfitta, anche
se - come abbiamo detto - il voto amministrativo non ha alcuna
valenza nazionale.
Si tornerà ad assistere a due fazioni che si sputtanano l'una con
l'altra, lasciando che Tremonti decida da solo le cure da cavallo
da adottare per risanare la nostra economia, indipendentemente che
il paziente possa morire o meno.
Abbiamo il massimo rispetto per Tremonti, sia ben chiaro, ci
meraviglia solo che non ci sia nessuno che si permetta di
contrastarlo con la stessa competenza che lui adotta nel prendere
decisioni che in un altro Paese sarebbero prese di comune accordo
tra maggioranza e opposizioni.
Ma questo, e purtroppo lo sappiano, è un sogno. E, come si dice, i
sogni muoiono all'alba.
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