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Il salvagente a chi non vuole tener aperti i negozi la domenica

L'importante è aumentare i posti di lavoro, poi ci penseranno le parti sociali a regolarizzare le condizioni

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«Io, pur di avere un lavoro, lavorerei anche di notte, altro che la domenica…!»
Questa è la frase che una donna ci ha detto, dopo aver letto che la UIL era contraria all'apertura degli esercizi commerciali anche la domenica.
Si riferiva a un articolo apparso sull'Adige di oggi, che riporta una singolare esternazione del segretario trentino UIL, Matteo Salvetti.

In effetti, due cose ci hanno stupiti.
La prima è stata la lettura di questo articolo che riporta la battuta di Matteo Salvetti, secondo il quale l'apertura dei centri commerciali la domenica sarebbe una sciagura per i lavoratori, «in particolare per le donne».
La seconda è che nessuno ha alzato uno scudo per controbattere la trovata del Salvetti.
Ebbene, lo facciamo noi.

Le considerazioni da fare sono molteplici, ma ci fermiamo a quelle di più immediata evidenza.
La prima è che il Trentino non può considerarsi a tutti gli effetti un territorio vocato al turismo finché non impara a diventarlo tutto il tessuto economico.
Vi siete mai domandati cosa fa un turista che viene in città a Trento la domenica? Beh, quello che facciamo noi cittadini del capoluogo: fatichiamo a trovare un'edicola aperta o un ristorante come lo vogliamo noi.
Quando piove, d'estate, i turisti si riversano in città a fare shopping. Sì, anche dalla val dei Mocheni. E cosa trovano? Chiuso.

Ma questo è solo l'aspetto economico della faccenda, cioè come se non riguardasse i lavoratori. Come se i posti di lavoro non fossero dettati da dinamiche economiche. Come se gli investimenti fatti per incrementare il turismo trentino non riguardassero l'intero territorio.
Diciamolo chiaro: lavorare tutti i giorni della settimana significherebbe aumentare i posti di lavoro.
Ora, come mi insegnano i sindacalisti, nessuno può lavorare 7 giorni su sette. A parte gli imprenditori, voglio dire. Quindi, se nell'assurda situazione di un esercizio che fa lavorare 10 ore al giorno per sette giorni, ci si troverebbe di fronte alle 70 ore serttimanali, quasi il doppio delle 40 canoniche dei contratti di lavoro.
Quindi, anche tolti gli straordinari (peraltro ben controllati dai contratti di lavoro), ci si troverebbe di fronte a un aumento significativo delle possibilità lavorative.

Va preso atto che in questi casi ci potrebbero essere degli abusi, con i soliti furboni che lavorano meno degli altri, con i turni gestiti magari un po' con il metodo random.
Ma in questo dovremmo poter contare su sindacati, il cui ruolo è appunto quello di dare forza alle singole soggettività, di dare dignità al lavoro.
Insomma, per farla in breve (e credo di non essere l'unico a dirlo), l'importante è avere i posti di lavoro, che poi ci pensano le contrattazioni sindacali a tutelarne le condizioni.
Vedrete che i più lotteranno per avere il turno domenicale, perché si guadagna di più.

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